Pier Ferdinando Casini, leader Udc, intervistato dalla Repubblica, per ciò che riguarda la decisione relativa alla decadenza politica di Silvio Berlusconi esorta a non "affrettare i tempi" e sostiene che il Cavaliere stesso "per primo capirà che le sue convenienze personali coincidono con quelle del Paese".
Secondo Casini, “gettare il Paese nel caos con una crisi al buio sarebbe un atto folle di autolesionismo". Il leader centrista compresa “il dramma di Berlusconi" e dice di rispettare "il travaglio di un partito che rappresenta milioni di elettori. Ma rigettare il Paese nell’instabilità sarebbe un atto che gli italiani farebbero pagare a chi lo ha provocato". "Se il Pdl vuole con serietà riproporre il tema della riforma della giustizia deve separare la questione Berlusconi dal destino del governo”.
L’ex presidente della Camera respinge la linea dei falchi Pdl e definisce "inaccettabile" la "minaccia" di dire "o votate cosi’ oppure salta tutto". Nello stesso tempo Casini invita il Pd ad assumere una linea piu’ mordiba sulla decadenza del Cavaliere. "E’ giusto pretendere che la giunta del Senato non sia un plotone d’esecuzione". "Mi meraviglio che ci sia nel Pd chi vuole fare in fretta senza prendere in considerazione le opinioni di Onida, Capotosti, Violante, D’Onofrio. Personalita’ diverse, ma sicuro non berlusconiani, che ritengono che la giunta, in sede giurisdizionale, possa investire la Consulta sulla questione". Anche perche’, conclude Casini, la decadenza di Berlusconi da senatore "non puo’ essere trattata come un atto ordinario".
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