Silvio Berlusconi fa fuori Stefano Parisi. Durante una intervista radiofonica, il leader di Forza Italia spiega: “Tra Parisi e Salvini non sono rotture definitive, sono scontri personali. Parisi sta cercando di avere un ruolo nel centrodestra, ma con il contrasto con Salvini credo che non possa averlo”. Parole che pesano come macigni e che consegnano definitivamente al passato l’ipotesi di un centrodestra riunito intorno alla figura dell’ex ad di Fastweb.
Il Cavaliere con Radio Anch’io parla di referendum, oltre che di centrodestra. “Il centrodestra è compatto, tutti i partiti sanno bene che se rompono la coalizione si condannano all’irrilevanza. Stiamo lavorando tutti insieme al programma che presenteremo agli italiani. Per il resto il teatrino delle schermaglie politiche e le ambizioni personali non interessano agli elettori”. Gli elettori del centrodestra, ha aggiunto, “vogliono protagonisti che vengono dalla cultura del fare, non dal teatrino della politica. Tutti insieme ci candideremo a guidare il Paese dopo il fallimento di questo governo. Cerchiamo protagonisti nuovi e senza fare rottamazioni”.
Per quanto riguarda il referendum, il Berlusca continua a sostenere il No alla riforma costituzionale. Con la vittoria del Sì, secondo il Cav ci avvieremmo “verso il pericolo di una deriva autoritaria che è la negazione della democrazia. Chi vince diviene padrone del governo, padrone della Camera che fa le leggi, elegge il Capo dello Stato, della Corte Costituzionale, insomma padrone dell’Italia e degli italiani, una minoranza ristretta del 15% avrebbe poteri senza controllo”. Al contrario, se vincesse il no “non succederebbe niente”, come con la Brexit o la vittoria di Trump. “Il Paese andra’ avanti come adesso”.
Per Silvio Berlusconi “una riforma deve contenere il limite della pressione fiscale, il taglio drastico dei senatori, il vincolo di mandato perche’ un parlamentare non deve cambiare schieramento e se lo fa deve dimettersi, e infine la riforma deve contenere l’elezione diretta del capo dello Stato”. “Perche’ non l’abbiamo fatta noi la riforma? Abbiamo fatto piu’ noi in 9 anni che i 50 governi che ci hanno preceduto. Alcune cose non siamo riusciti a farle, per colpa degli alleati, e poi abbiamo avuto sempre capi dello Stato a noi contrari”.
Il Cavaliere ha spiegato che è davvero “importante che gli italiani vadano a votare” il 4 dicembre. “Vedete, su questo referendum non c’è alcun quorum, quindi chi rimane a casa è come se votasse sì e farebbe un piacere a Renzi e al Pd. Con un no possiamo scegliere quale sarà il futuro dell’Italia”. “Sono convinto che il No vincerà, che il buon senso degli italiani prevarra’, anche se questa riforma divide in due gli italiani, mentre le riforme della Costituzione devono essere condivise”. “Con questo No alla riforma – ha concluso Berlusconi -, apriremmo la possibilità alla riscrittura di un’altra riforma”.
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