Fra toghe rosse e rischio di manette ai polsi di Silvio Berlusconi, il Popolo della Libertà appare impantanato. E’ incredibile quanta forza stiano mettendo i parlamentari del PdL per fare quadrato intorno al proprio leader, il Cavaliere. Se avessero usato lo stesso impegno per portare avanti quelle riforme che il Paese attende ormai da anni, di certo l’Italia oggi non sarebbe sull’orlo del burrone. Li avete mai visti voi i pidiellini manifestare con la stessa intensità contro la crisi, magari a favore dei tanti imprenditori che si sono ammazzati durante l’ultimo anno? Oppure a favore di quei giovani – e sono milioni – che pur essendo preparati e pronti al sacrificio, non riescono a trovare lavoro (l’Italia è uno dei Paesi con il più alto tasso di disoccupazione giovanile)? Non dico contro i costi della politica, perché andare contro se stessi proprio non si può, ma su temi come lavoro, scuola, sanità, non abbiamo visto alcun blocco compatto di parlamentari PdL prendere posizione in maniera così determinata come è stato fatto l’altro giorno di fronte al Palazzo di Giustizia di Milano. Vien voglia di mandarli tutti a ramengo. Beppe Grillo ha gioco facile con una classe politica come quella che attualmente è presente in Italia. Gli italiani sono talmente disperati da essersi affidati in gran parte ad uno showman che ha saputo incanalare su di sè la loro rabbia, e i partiti tradizionali ancora non hanno capito la lezione e non riescono a guardarsi dentro, a modificare i propri comportamenti, ad avvicinarsi ai comuni cittadini. Che spazzatura, una politica talmente inquinata da essere diventata tossica! Costoro sfilano a difesa dell’uomo di Arcore e ai problemi dell’Italia non pensano neppure. Bah, chissà cosa farebbero queste marionette azzurre senza il loro burattinaio!
Di certo il Partito Democratico non è da meno. Prima cerca l’accordo con il Movimento 5 Stelle, poi quando capisce che Grillo non ci sta, gli getta addosso una accusa dietro l’altra. Qualche esponente piddino è tornato nelle ultime ore persino a dare a Grillo del fascista. Sai che novità, inventatevene un’altra, perché questa ormai è inflazionata. Un Pd, quello guidato da Pier Luigi Bersani, che ha perso – pardòn – ha “non vinto” le Politiche di febbraio e adesso prova ad arrampicarsi sugli specchi con proposte anche condivisibili, ma indirizzate solo a un manipolo di sordi cybercomandati; e siccome l’Italia non è un Paese normale, ecco che non si vede alcuna luce in fondo al tunnel e il rischio che si torni presto al voto è altissimo. Poveretti, questi politici; tempi duri e destino precario a destra e a sinistra, non li invidio proprio: ogni giorno che passa il loro distacco dal Paese reale aumenta sempre più, e il loro comportamento è un grande spot elettorale a Grillo e al suo movimento, che avanza inesorabilmente. Se la politica italiana, quella vera, quella con la P maiuscola, non farà presto capolino fra le teste di qualche vecchia cariatide o fra le solite facce che occupano ormai da troppo tempo Palazzi e televisioni, il 100% per cui si batte Grillo potrebbe non essere più così lontano. Noi non ce lo auguriamo, i re d’Italia non hanno dato grande prova personale di coraggio e di saggezza, li abbiamo già vissuti, e la memoria dell’ultimo non gli fa certo onore.
Twitter @rickyfilosa
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