Silvio Berlusconi può essere ancora utile al Paese e ai cittadini italiani anche nell’incarico di Presidente della Repubblica, tuttavia di una Repubblica democratica e non a trazione sovranista, come quella dell’attuale Centrodestra. Berlusconi sostiene che il bipolarismo sia un valore da preservare. Tuttavia, solo con il sostegno di un Centrodestra di chiara connotazione cristiana, liberale, garantista, europeista sarà possibile governare l’Italia a partire dal 2023.
Secondo il mio modesto parere, il Centrodestra di Meloni e Salvini non ha tale connotazione e di questo Berlusconi ne deve prendere atto.
Il termine “connotazione cristiana” rimanda necessariamente all’accoglienza di tutti, all’essere solidali, all’aiuto ai poveri, agli emarginati, agli extracomunitari, nonché ai rifugiati. Non mi pare che tale connotazione sia insita nell’agire politico della Lega e di FDI. I valori cristiani non sono certamente quelli espressi dalle destre italiane.
L’elettorato moderato e democratico non voterebbe mai Salvini e Meloni e non voterebbe neppure un Centrosinistra radical chic, con la puzza sotto il naso. Scarsa attenzione ai poveri, ai deboli, agli emarginati, scarsa attenzione al mondo del lavoro, anche da parte dei sindacati sonnecchianti ed un dialogo politico tra i due schieramenti fatto di insulti: è questo il quadro che si staglia sotto gli occhi di tutti.
Violenza verbale, malcostume, povertà morale connotano molti tratti del nostro Paese. Ed inoltre, donne uccise barbaramente, delinquenza e maleducazione. Siamo alla deriva. Se questo è permesso dal bipolarismo, se questo è il panorama che ne deriva, occorre domandarsi quale classe dirigente dovrà governare il Paese dal 2023. Certo siamo messi male!
Occorre un orizzonte nuovo, una visione politica che rivolga il suo sguardo ad un universo sempre più complesso e colmo di istanze nuove e migliorative.
Berlusconi se vuole diventare Presidente della Repubblica ha bisogno anche dei voti dei moderati, dei democratici, degli ex democristiani, ossia di quel centro che non può perdere la sua identità confluendo nel centrodestra, in quanto entrerebbe nella palude delle destre sovraniste e populiste. Il Centro esiste e può rappresentare tutto il mondo laico, cattolico, democratico e moderato, ora scarsamente rappresentato, governando con la connotazione di “Centro” e non con commistioni di sigle che lo snaturano.
Se il fascismo, il comunismo e tutti gli altri partiti della prima Repubblica sono stati consegnati alla storia, gli ideali della Democrazia Cristiana non sono mai morti. Ed è per questo che deve nascere una nuova compagine democratica che li riproponga con rinnovato vigore, ossia li attualizzi perchè rispondenti alle esigenze della donna e dell’uomo contemporaneo, sia di natura materiale, sia di natura morale, nonché di natura spirituale. Noi riteniamo che la creazione del Centro Democratico e di una Nuova Democrazia non debba essere più rimandata.