Silvio Berlusconi invia una lettera a Francesco Storace, in occasione del congresso nazionale de La Destra che si svolge a Torino. L’ormai ex presidente del Consiglio, augurando buon lavoro a Storace e agli iscritti e ai militanti del suo partito, assicura: “Torneremo presto insieme al governo. Per noi La Destra è un alleato prezioso e indispensabile, una forza popolare determinante per il futuro del centrodestra e per la futura governabilità del Paese”.
Il Cavaliere rivendica “con orgoglio” quanto fatto durante gli anni di governo in questa legislatura, comunque difficili perché “segnati da una crisi internazionale senza precedenti nella storia”. “Noi siamo stati i protagonisti di una riforma di segno bipolare, fondata sul principio per cui il popolo sceglie non soltanto il Parlamento ma anche le alleanze e il capo di Governo. L’impegno e’ che quanto e’ stato conquistato in questi anni nel segno della modernita’ non vada disperso”.
Come si è visto, questa legislatura è stata quella dei voltagabbana, delle capriole politiche: “alla fine in Parlamento ha prevalso la logica dei piccoli ricatti e del trasformismo che e’ il vizio più antico della politica italiana”.
Berlusconi attacca duramente Gianfranco Fini e i suoi: "La fronda della componente finiana che si e’ manifestata praticamente subito dopo la vittoria elettorale del 2008 e che e’ poi sfociata in una vera e propria diaspora" e’ stato "quel peccato originale" che ha minato "il percorso di una legislatura che avrebbe dovuto essere costituente e che si e’ invece incagliata nelle secche di una politica che non ci appartiene”.
Questi sono giorni difficilissimi, sottolinea il Berlusca: poteri forti, più o meno occulti, lavorano per fare tornare la politica italiana “ai tempi in cui la volontà degli elettori era commissariata dalle oligarchie di partito abituate a gestire in proprio, al riparo da ogni responsabilità, la forza che i cittadini consegnavano loro al momento del voto". E si vede tutto ciò che sta accadendo in queste ore, in cui si va sempre più verso un governo a guida Mario Monti. In ogni caso, adesso l’Italia, che è un Paese “che puo’ contare su aziende che continuano a esportare, su disoccupazione inferiore di due punti alla media europea, e sul maggior patrimonio artistico del mondo”, si aspetta “da tutta la politica uno sforzo comune per uscire dalla crisi”. Ce la faranno, tecnici e professori, a raggiungere l’obiettivo? Staremo a vedere.
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