‘Il voto, da rappresentanza sociale, e’ diventato merce. Alla domanda ‘Chi decide chi va in Parlamento?’ la risposta e’ sempre la stessa: ‘I soldi”. Lo scrive Beppe Grillo sul suo blog. ‘Il voto e’ sacro – attacca Grillo – anche quando e’ profano e profanato. Soprattutto quando e’ profanato. Un voto, un lavoro… quanti italiani direbbero di no? Qualcuno promise un milione di posti di lavoro e divento’ presidente del Consiglio. Un voto, una presa per il culo’. Il post sul suo blog e’ preceduto da un video dal tiolo ‘Voto di scambio’ con il giornalista Ciro Pellegrino autore del libro ‘iL casalese’ sull’ex sottosegretario Nicola Cosentino.
”Chi decide chi va in Parlamento?’ – scrive Grillo – In alcune zone del Sud, e da qualche tempo anche del Nord, vige il ‘Vota Antonio’ – ‘Vota Antonio’ di Toto’ o il paio di scarpe consegnate una prima del voto e l’altra dopo dai tempi dell’armatore Achille Lauro. Il voto si paga, si scambia per beni materiali anche di poca importanza, il voto spesso significa un lavoro a tempo determinato in Comune, in Provincia o in Regione. Il voto, da rappresentanza sociale, e’ diventato merce. Alla domanda ‘Chi decide chi va in Parlamento?’ la risposta e’ sempre la stessa: ‘I soldi”. ‘La redistribuzione di denaro pubblico sul territorio. I proventi della criminalita’ organizzata. I pacchetti di voti sono la dote degli eletti. La pietra filosofale di una pseudo democrazia. Piu’ sono i voti di cui disponi, piu’ in alto puoi arrivare. Dalla pubblica amministrazione locale, al Parlamento, al Governo’.
‘Rimane mitico e imbattibile – dice ancora Grillo – anche in Corea del Nord il risultato di 61 seggi su 61 alle politiche dell’attuale Pdl in Sicilia. Una coincidenza? Sul voto si basa tutta l’impalcatura democratica della Repubblica eppure nulla e’ piu’ a rischio del voto. Nei casi, come in Lombardia, in Piemonte e nel Molise per le regionali, la validita’ del voto e’ stata messa in discussione, e’ calato invariabilmente il sipario. Il voto e’ sacro anche quando e’ profano e profanato.Soprattutto quando e’ profanato. Un voto, un lavoro… quanti italiani direbbero di no? Qualcuno promise un milione di posti di lavoro e divento’ presidente del Consiglio. Un voto, una presa per il culo’.
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