Beppe Grillo sul suo blog pubblica un post dal titolo #SaporeDiSale. Ovviamente il tema è quello che riguarda Gino Paoli, cantautore italiano accusato di avere portato due milioni di euro in Svizzera. Scrive il leader del M5S: “Premetto che Gino Paoli e’ mio amico da molti anni e che spesso le nostre famiglie si incontrano vivendo nella stessa zona di Genova. Quindi potrei essere considerato poco obiettivo. Ma a questo gioco al massacro di una persona di 80 anni non pregiudicato, mai inquisito, per alcunche’, che mi risulti, io non ci sto! I cittadini sono diventati vittime sacrificali, mostri da sbattere in prima pagina senza che possano difendersi in alcun modo".
“Il Secolo XIX – sottolinea Grillo – ha pubblicato un titolo di condanna che non ammette replica: ‘Maxi evasione in Svizzera, blitz della Finanza a casa di Gino Paoli’ dal quale un lettore distratto evince che Paoli avrebbe evaso senza alcun dubbio cifre persino superiori al Costituzionalista di Arcore condannato per truffa fiscale". Dopo aver esaminato attentamente i "condizionali" contenuti nell’articolo del quotidiano genovese, Grillo parla di "articolo costruito su delle ipotesi che si para il culo con l’uso dei condizionali. Sbatti il mostro in prima pagina. Nel caso Paoli risulti innocente, e questo lo decideranno i giudici e non i giornalisti, chi lo risarcirà?".
"Il Secolo XIX si sdegna per ‘la mancanza di rispetto dell’amico Beppe Grillo. Ieri il Movimento 5 Stelle che ha chiesto le dimissioni di Paoli da presidente della Siae. La fretta con la quale Grillo ha mosso i suoi, pero’, e’ sintomo di un giustizialismo cinico, per nulla democratico’. Io non ho ‘mosso i miei’ contro Gino Paoli. Come ho scritto – conclude Grillo -, aspetto la magistratura prima di emettere qualunque giudizio, alla faccia degli sciacalli dell’informazione. Sapore di sale".
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