Boccata d’ossigeno per le famiglie italiane che si preparano a partire per i primi esodi estivi. Con il petrolio che crolla sotto gli 80 dollari a New York, ai minimi da ottobre, ed il Brent che a Londra scende per la prima volta dal 2010 sotto i 90 dollari, la benzina arretra finalmente sotto la soglia di 1,8 euro al litro, in attesa degli sconti del prossimo weekend che potrebbero farla scendere al di sotto di 1,6 euro.
A mettere mano ai listini, secondo le rilevazioni di Staffetta Quotidiana, e’ stata l’Eni, gia’ protagonista dell’offensiva sconti del fine settimana. La compagnia leader di mercato ha tagliato di 2 centesimi entrambi i prodotti, facendo cosi’ scendere il prezzo consigliato a 1,795 euro al litro per la benzina (ai minimi da febbraio scorso) e a 1,683 per il gasolio (prezzo piu’ basso da gennaio a questa parte). Con questa sforbiciata, il prezzo previsto nel prossimo weekend nei 3mila impianti iperself Eni sparsi sul territorio, grazie allo sconto promesso di circa 20 centesimi, potrebbe quindi attestarsi al di sotto di 1,6 euro per la verde e di 1,5 euro per il diesel. La decisione verra’ comunque ufficializzata dalla compagnia petrolifera sabato mattina e lo sconto partira’ dalle 13. Da vedere, poi, se anche altri marchi, come hanno fatto lo scorso fine settimana Esso e Q8, seguiranno la stessa strada di Eni e sposeranno la strategia degli sconti.
Positiva e’ naturalmente la reazione delle associazioni dei consumatori, che, tuttavia, non sono ancora soddisfatte: secondo Adusbef, Federconsumatori e Codacons, infatti, c’e’ ancora spazio per scendere. Secondo le prime due sigle ‘vi e’ margine perche’ la riduzione di 20 centesimi diventi strutturale e continuativa, per tutte le compagnie e in tutti i circuiti di vendita’. A giudizio del Codacons, poi, c’e’ spazio per un taglio immediato di 5 centesimi al litro ‘considerate le quotazioni del petrolio’.
Nella giornata di oggi, infatti, il greggio e’ precipitato al di sotto degli 80 dollari, spinto al ribasso dalle incertezze sulla crescita in Europa e dai dati sulla disoccupazione negli Stati Uniti. Tanto che gli analisti di Commerzbank avvertono che ‘visti gli umori negativi dei mercati e la situazione di surplus sul fronte dell’approvvigionamento, i prezzi rischiano di rimanere sotto pressione’. Di pari passo si muovono i prezzi internazionali dei prodotti raffinati che, ieri, hanno toccato i minimi da diversi mesi a questa parte: non e’ dunque azzardato sperare in nuove riduzioni anche ai distributori.
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