‘Vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa’. Benedetto XVI ha dato in latino l’annuncio che lascera’ il pontificato, il prossimo 28 febbraio. L’ha fatto, per noi cronisti, e per molti nella Chiesa, del tutto a sorpresa. Ha scandito il suo annuncio con voce solenne e seria, il volto un po’ stanco, cardinali e vescovi lo hanno ascoltato nel piu’ assoluto silenzio.
Erano secoli che un Papa non si dimetteva. Giorno festivo in Vaticano, per l’anniversario dei Patti Lateranensi, quindi pochi giornalisti, orario della sala stampa ridotto, questo concistoro di non molto appeal mediatico: l’annuncio di papa Ratzinger viene dopo circa venti minuti di latino, prima del cardinale Angelo Amato e poi del Papa stesso, che nella lingua della Chiesa fissava la data per i prossimi santi. Il piccolo manipolo di cronisti, italiani, messicani, francesi, che in sala stampa vaticana seguivano la diretta del concistoro per gli 800 martiri di Otranto sono rimasti allibiti. Il latino era chiaro e fluente, le parole del Papa inequivocabili, ma personalmente non mi sembrava vero. Avevo sentito, elaborato a volo la traduzione, ma non ci credevo e mi dicevo ‘Hai capito male”. Ho cercato di tenere i nervi saldi, anche se le gambe mi tremavano da seduta, davanti al computer, con la diretta del Ctv (il circuito televisivo vaticano) ancora sulla faccia del Papa e del cerimoniere pontificio mons. Guido Marini.
Ho cercato di verificare, ho cominciato a telefonare, ma sembrava che tutte le fonti fossero out. Il Papa, intanto, sempre in latino, ha precisato la data per le dimissioni, e addirittura l’ora: la sede vacante comincera’ alle 20.00 del 28 febbraio, bisognera’ fare un conclave, ha ringraziato per l’affetto, ma io non sentivo piu’ niente. Quando Benedetto XVI ha finito di parlare, il decano dei cardinali, Angelo Sodano, in italiano, ha esordito definendo le parole del Papa ‘un fulmine a ciel sereno’.
Dai, mi sono detta, l’hai sentito con le tue orecchie, e poi di che fulmine a ciel sereno vuoi che parli Sodano?. Allora ho scritto la notizia, con priorita’ ‘B’, il ‘bullettin’ delle agenzie mondiali. L’ho mandata al desk in redazione e ho telefonato per avvertire: Annalisa, una mia collega, l’ha tradotta in un "Flash", notizia di priorita’ assoluta. Ha avvertito la direzione e l’ha trasmessa. Scritta la notizia mi sono messa a singhiozzare: non e’ da cronista, e ho sempre tenuto separati il mestiere di cronista da una parte e la fede nel Dio cristiano e l’ammirazione per questo grande intellettuale che sa parlare di Dio ai quindicenni come agli intellettuali, che dice Cristo al mondo contemporaneo con una forza e una efficacia da padre della Chiesa. Mi dispiaceva che si fosse dimesso e per questo mi veniva da piangere. Quando il cervello ha ricominciato a funzionare ho rilanciato qualche titolo sui punti principali del discorso del Papa, la data e l’ora di inizio della sede vacante, una breve descrizione del volto e della voce di Benedetto XVI. Piu’ tardi, quando e’ iniziato il briefing di padre Lombardi, il notiziario dell’ANSA aveva gia’ abbastanza informazioni, come sempre punto di riferimento nella informazione religiosa e vaticana per i colleghi e amici di testate internazionali.
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