Il maltempo ha fermato il Papa in quello che probabilmente era l’appuntamento a cui teneva di piu’ in questa sua giornata toscana. La nebbia e le nuvole, che nel pomeriggio hanno avvolto la montagna di San Francesco, hanno costretto Benedetto XVI a cambiare programma anticipando quello che doveva essere l’ultimo appuntamento, l’incontro con la cittadinanza a Sansepolcro, per i mille anni della nascita della cittadina, e saltare l’incontro con i frati francescani al santuario de La Verna.
Eppure, nonostante tutto, la visita ad Arezzo e’ diventata per il Pontefice l’occasione per affrontare temi importanti e soprattutto rivolgere piu’ di un pensiero non solo alla Toscana, terra ‘del Rinascimento e dell’uomo nuovo’, ma ai tanti cittadini, italiani e europei, che stanno soffrendo per la crisi economica-finanziaria. Parole pronunciate davanti al Presidente del Consiglio Mario Monti, e riprese dalla stessa diocesi di Arezzo, guidata dall’arcivescovo Riccardo Fontana, che ha avuto presente questo tema fin dall’annuncio della visita del Papa, alcuni mesi fa. Nessuno sfarzo e nessuna spesa ‘pazza’ per accogliere Benedetto XVI, nonostante qualche polemica che anche stamani e’ stata rappresentata fuori dalla zona della cattedrale ma respinta al mittente dal sindaco Giuseppe Fanfani: ‘Abbiamo speso 90 mila euro per i servizi. Quanto avremmo dovuto spendere per andare in mondovisione?’ ha chiesto a chi protestava. La curia, proprio per rispetto ‘a chi non arriva alla fine del mese’, non ha fatto regali al Papa ma ha effettuato una raccolta di denaro, idealmente consegnato a Benedetto XVI, per poi ridistribuirlo tra le tante famiglie bisognose della diocesi.
Probabilmente non ci saranno stati i trentamila fedeli attesi, e piu’ volte annunciati, nel parco de Il Prato, dietro la cattedrale per la messa celebrata dal Pontefice, sotto un cielo prima sereno poi sempre piu’ scuro, fino alla pioggia del pomeriggio quando il Papa, affacciato da una finestra dell’episcopio, ha salutato i musici e i figuranti della Giostra del Saracino, che hanno suonato l’Inno europeo, oltre a quello della citta’. Ad Arezzo sono comunque arrivati da tutta la regione: tantissimi i giovani e giovanissimi, molti quelli reduci dall’ultima Giornata della gioventu’ di Madrid, che per l’occasione hanno indossato, orgogliosi, le magliette dell’estate scorsa i cui colori sono diventati una cosa sola con quelli dei fazzoletti e dei cappelli distribuiti oggi. E a loro, soprattutto, si rivolto il Papa quando da Sansepolcro e’ tornato a chiedere di dare fiducia e sale alla politica e alla societa’.
Una giornata che Arezzo non dimentichera’: ‘Ero emozionato come un bambino all’esame di quinta elementare’ ha detto alla fine il sindaco. Una giornata che lo stesso Pontefice portera’ nel cuore, sono convinti ad Arezzo, se non altro ripensando ai due bambini, Giada e Matteo, di 13 e 12 anni, che durante il suo momento di preghiera davanti all’immagine della Madonna del Conforto in una cappella del Duomo, lo hanno emozionato cantando per lui una laude del Petrarca.
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