Più volte ho sottolineato nei miei interventi pubblici e nei miei articoli su giornali e web le potenzialità dell’Argentina dal punto di vista industriale, commerciale, economico. Su un punto in particolare vorrei porre l’attenzione dei lettori, oggi: sul futuro prossimo del mondo, quando lo sfruttamento dissennato delle ricchezze naturali provocherà carenza di approvvigionamenti, con riferimento in particolare ai giacimenti acquiferi.
Tra cinquant’anni (in realtà molto prima, secondo alcuni studi scientifici) l’acqua sarà diventato un elemento preziosissimo, così com’è oggi il petrolio. E sarà allora che l’Argentina con le sue molte opportunità di sviluppo rappresenterà una soluzione strategica, una risorsa mondiale.
Pensate: si prevede che entro il 2025 la domanda di acqua potabile sarà del 56% superiore alla sua somministrazione e potrebbe essere oggetto di un saccheggio forzato. O persino di guerre. Già, proprio così. Perché, pur di avere acqua potabile a disposizione, alcuni Paesi potrebbero decidere di impossessarsi dei territori ricchi di giacimenti acquiferi: potrebbero farlo acquistando terre, oppure conquistandole, decidendo di occupare quei territori militarmente. Il possesso dell’acqua dunque si profila quale maggior conflitto geopolitico del XXI secolo, visto che già oggi è una merce rara in Europa e negli Stati Uniti. Vi ricorda nulla l’invasione dell’Iraq da parte degli Usa? Non era un caso che quel Paese fosse ricco di petrolio.
Si calcola che per gli attuali 6.250 milioni di abitanti del pianeta sarebbe necessario un 20% di acqua in più. Una risorsa che con il passare degli anni sarà sempre più scarsa. Ma il sistema acquifero in Argentina è molto produttivo, nel suolo argentino esiste un enorme serbatoio d’acqua (che comprende anche Brasile, Paraguay e Uruguay) che secondo gli studiosi è in grado di fornire acqua potabile all’intero pianeta per i prossimi 200 anni. Capite che questo Paese rappresenta una ricchezza inestimabile per il mondo intero, una incredibile opportunità per l’Argentina e tutto il Mercosur. Se poi si considera che l’Argentina è il secondo Paese produttore e consumatore di energia elettrica dell’America Latina dopo il Brasile, si capisce bene quanto possa offrire a quei governi e a quegli imprenditori privati che volessero investire lì.
Questa settimana il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, inizia il suo viaggio in Brasile. Tra i vari impegni, incontrerà anche la comunità italiana residente a San Paolo. Naturalmente il premier avrà incontri politici e istituzionali di altissimo livello, oltre a partecipare all’inaugurazione di Casa Italia in ambito Olimpiadi. Non posso nascondere la mia ammirazione per il capo del governo italiano che ha deciso di tornare ancora una volta in Sud America per fare sentire la presenza dell’Italia alle decine di migliaia di connazionali qui residenti e per continuare a stringere relazioni politiche e istituzionali con i diversi Paesi del Mercosur. Sposo in pieno il modus operandi del premier, a cui vorrei dire di continuare così: i rapporti tra Italia e Argentina, tra Europa e Mercosur, vanno rafforzati. E allora Italia e Argentina saranno le prime nazioni a trarre benefici reciproci tra qualche anno, quando il pianeta intero sarà molto diverso da quello che conosciamo oggi e quando il potere dell’oro nero sarà sostituito da quello dell’oro blu dell’acqua.
*presidente USEI – Unione Sudamericana Emigrati Italiani
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