Un week end estivo lento fra cultura, gastronomia e musica in una realtà piccola, Pistoia, ma a misura d’uomo, una vacanza che sorprenderà il nostro viaggiatore. Gabriele D’Annunzio l’amava, “città di crucci, aspra Pistoia”, Ardengo Soffici scriveva con trasporto: “si riposa a Pistoia come tra le braccia di una nobile campagnola”. A dire il vero in luglio durante il Pistoia Blues si riposa meno, le notti sono piccole, ma il divertimento durante i concerti sotto le stelle, fra gli imponenti palazzi del Duomo, è assicurato (quest’anno dall’1 al 24 luglio).
Mentre ci si avvicina a Pistoia, in treno o via strada, ci si imbatte in una pianura da cui spicca la sagoma della chiesa del Duomo, del campanile e del Battistero. Il nostro viaggiatore può lasciare il bagaglio in uno dei tanti agriturismi nell’immediata periferia della città, in mezzo al verde, perché non va dimenticato che Pistoia è la città delle piante, oppure all’Antico Convento, un ottocentesco edificio francescano immerso nel silenzio di un parco con piante secolari e prati.
Andando alla scoperta del cuore di Pistoia, ci si addentra fra le viuzze del centro storico dominate dalle sfumature del grigio della pietra alberese, e l’atmosfera si fa subito antica: nel perimetro urbano quadrangolare, segnato dai resti delle tre cortine murarie, si nasconde un tesoro inaspettato di strati artistici e architettonici, dal romanico fino ai giorni nostri.
La cittadina toscana conserva ancora tante tracce della sua storia, fatta di lotte e controversie, che tuttavia le garantirono l’indipendenza da Firenze, finchè nel 1500 non divenne Granducato governato dai Medici. In via degli Orafi le abitazioni sono ancora quelle di una volta, la strada è stretta e in ombra finché, passo dopo passo, in un crescendo di luce, si giunge nella piazza del Duomo. Il respiro rimane sospeso per un attimo per l’inatteso senso di spazio, la maestosità dei palazzi dei poteri e l’immediata percezione della dimensione storica di quelle architetture, ancora oggi fulcro della vita cittadina.
Bella la Cattedrale di San Zeno, che con la facciata in parte in pietra, in parte bicroma (il bianco del marmo di Carrara e il verde del serpentino di Prato) e i due santi patroni in marmo – San Zeno e San Jacopo – alle due estremità della cuspide risulta un caratteristico esempio di stile romanico, come del resto lo sono le altre due chiese cittadine di San Bartolomeo e Sant’Andrea (in quest’ultima si trova un meraviglioso pulpito in marmo bianco di Giovanni Pisano).
Il loggiato della Cattedrale è ornato da preziose terrecotte smaltate di Andrea Della Robbia; al suo interno sono da vedere l’originale altare di San Jacopo in argento (una delle piu’ importanti opere di oreficeria sacra medievale), il monumento al Cardinale Forteguerri progettato, e parzialmente realizzato, da Andrea Verrocchio, l’organo Tronci della fine del 1700.
Uno sforzo che vale la pena fare è la salita sul campanile (200 scalini), dalla cima del quale si gode uno splendida panorama; poi nel museo del palazzo Vescovile si ammira la ricostruzione di un ciclo di pitture a tempera del pittore Giovanni Boldini.
Imponente, l’ottagonale Battistero trecentesco di San Giovanni in Corte, è considerato una delle massime espressioni del gotico toscano, riunendo elementi fiorentini, pisani e senesi; il bellissimo portale si apre sulla facciata bicroma. Si affacciano sulla piazza infine il Palazzo Comunale del 1200, oggi Museo Civico, e il Palazzo Pretorio, ancora sede del tribunale.
A questo punto una sosta gastronomica ci porta nella zona di piazza della Sala, dove l’appetito aumenta al profumo delle pietanze tipiche delle osterie e alla vista dei prodotti delle piccole botteghe o del mercatino di specialità alimentari. Si mangiano piatti locali alla BotteGaiaoppure dai Salaioli, dove si fa anche la spesa. Ma è piacevole pure sgranocchiare un panino con prosciutto di cinghiale o verdure di stagione, passeggiando per la Sala, crocevia sempre vivace, brulicante di giovani giorno e notte. Per concludere il pasto si può provare il tradizionale confetto di Pistoia nella storica confetteria Corsini di piazza San Francesco: semplicemente acqua e zucchero per dar forma di riccio al confetto croccante che nasconde un’anima di coriandolo (i medievali “anici confecti”), oppure di mandorla o cioccolato o arancia.
Camminando ancora per le stradine del centro si arriva a Piazza Giovanni XXIII, all’Ospedale del Ceppo, dal meraviglioso loggiato esterno ornato da un fregio in terracotta invetriata raffigurante le Sette Opere della Misericordia, realizzato fra gli altri da Giovanni Della Robbia e Benedetto e Santi Buglioni.
Merita una visita anche la “Pistoia sotterranea”, un percorso ipogeo lungo 650 metri, alla scoperta dell’espansione storica della città, fino all’Anfiteatro Anatomico più piccolo del mondo. Per chi ama invece l’arte contemporanea è doverosa una tappa a Palazzo Fabroni e al Museo Marino Marini.
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