Barilla cresce nonostante la crisi, sia nell’utile, quasi raddoppiato a 109 milioni, sia nel fatturato (+2,5%) a 3,19 miliardi di euro. In crescita anche i volumi di pasta prodotti (+4% a 1,73 milioni di tonnellate), mentre viene confermato l’obiettivo di raddoppiare a 6 miliardi il fatturato nel 2020. Per farlo deve puntare ad Asia e Sud America, in quanto l’Italia, dove realizza il 45% dei volumi (+1%) e l’Europa, i cui volumi, saliti del 5%, e costituiscono il 27% del totale, sono mercati saturi.
Per il 2014 l’a.d Claudio Colzani punta a ”crescere del 3% nei volumi e nel fatturato, portando il margine operativo lordo al 12,8% dei ricavi”.
Per l’Italia la scommessa e’ sull’arrivo delle ‘Focaccelle’, realizzate nell’impianto di Melfi (Potenza) e ”frutto di 10 anni di studi e di 20 milioni di investimenti”, con un ciclo produttivo coperto da brevetto, che consentono di entrare in un mercato da ”180.000 tonnellate e 2 miliardi di euro di fatturato”. Poi c’e’ la pasta senza glutine, che Barilla ”portera’ dai centri specializzati e dalle farmacie alla distribuzione normale, democratizzandone il consumo” ed infine il rilancio del marchio Voiello, prodotto con ”grano aureo” interamente coltivato in Italia.
Non mancano gli investimenti: ”abbiamo investito 41 milioni di euro nel 2011 per produrre i sughi a Rubbiano (Parma) – spiega Colzani – nel 2013 abbiamo investito 11 milioni nel magazzino di Pedrignano e nel 2014 ne investiremo 33 nel nuovo magazzino per il grano di Parma, collegato direttamente alla ferrovia, che ci consentira’ di tagliare togliere 3.500 Tir dalle strade”.
A Barilla pero’ ”serve una crescita del 5% all’anno dei volumi”, mentre oggi e’ ferma al 4%. Quindi non e’ escluso il ricorso alla ”crescita esterna”, ma ”senza fretta e senza compromessi” sull’obiettivo della riduzione dei consumi di acqua e di Co2. ”Escluderemo tutto cio’ che non ci consentira’ di mantenere questo obiettivo – spiega – e’ limitante, ma siamo fatti cosi”’.
Esclusa anche l’emissione di bond in quanto ”il gruppo ha energia in casa sufficiente”. ”Siamo entrati in Brasile nel 2013 e l’obiettivo, indica il manager e’ di ”portare il fatturato da 16 a 100 milioni di euro nel 2016”, poi non e’ escluso che si possa porre il problema di un investimento produttivo, portando a 31 gli attuali stabilimenti, e che si pensi a ”possibili acquisizioni”. Quanto alla Cina, invece, Barilla lancera’ in settembre la pasta per il wok, la tradizionale pentola utilizzata nel Celeste Impero, mentre, tornando in Europa, e’ pronta a rimettere piede in Gran Bretagna, sesto mercato mondiale della pasta, dopo anni di assenza.
Al presidente Guido Barilla tocca il compito di rispondere a una domanda sulle elezioni: ”Per un’impresa come la nostra e’ positivo quando c’e’ un’indicazione elettorale significativa verso la stabilita”’. ”Auspichiamo – aggiunge – che l’esecutivo possa proseguire sul percorso tracciato, che dia stabilita’, e che sia discusso il problema fondamentale del Paese, quello del lavoro”.
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