Non si arresta, anzi si aggrava, il calo dei prestiti bancari che colpisce piu’ forte le imprese, in un corto circuito che alimenta la crisi e ne e’ a sua volta alimentato. Secondo i dati della Banca d’Italia ad aprile la contrazione del credito al settore privato e’ stata del 2,3%. Ma se per i mutui alle famiglie il ribasso e’ stato dello 0,8% le imprese hanno scontato una correzione del 3,7%. Il governatore Ignazio Visco lo aveva sottolineato venerdi’ scorso nelle sue considerazioni finali attribuendolo sia alla scarsita’ di domanda delle imprese per via della recessione che a una restrizione dell’offerta. Un giudizio ‘salomonico’ cui si era aggiunta una richiesta a entrambe le parti di superare l’impasse (e le reciproche accuse) e di adoperarsi per compiere quei passi necessari ‘per spezzare la spirale’ fra recessione e mancato credito.
‘Il tema del rapporto tra imprese e banche e’ caldo’, e’ tornato a sottolineare oggi il direttore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi, ‘spesso imprese e banche si rimpallano le responsabilita’ e bisogna uscire da questa situazione che non giova a nessuno’. Nei giorni scorsi anche Standard and Poor’s aveva rilevato il crollo del credito di 44 miliardi nel 2012, che salgono a 60 se si considerano i primi mesi del 2013. Una ‘fuga’ che ha visto i flussi di investimento delle banche riversarsi sui titoli di stato (378 miliardi in portafoglio ad aprile secondo gli ultimi dati della Banca d’Italia) e quelli dei privati sui depositi (che continuano in crescita da mesi).
Le banche piu’ volte hanno lamentato la mancanza di richiesta di credito ‘buono’ che non fosse solo ristrutturazione di debito da parte di aziende in difficolta’ e quindi possibili di fallimento. L’Abi ha piu’ volte sottolineato come nonostante tutto i prestiti siano superiori alla raccolta. Un altro fattore scatenante del credit crunch, si lamenta, sono le pulizie nei bilanci imposte dalla Vigilanza dallo scorso autunno sui primi 20 gruppi bancari che hanno imposto svalutazioni massicce e di conseguenza limiti alla capacita’ di prestiti. Visco ne ha rivendicato l’efficacia spiegando come una vigilanza incisiva abbia evitato rischi maggiori. Il caso Spagna infatti, dove si sono dovuti nominare due consulenti esterni stranieri per valutare gli attivi, e’ ancora fresco nella memoria.
La mossa della Banca d’Italia poi in qualche modo anticipa l’operazione che la Bce dovra’ fare a livello europeo (ma solo se i governi si impegneranno prima a garantire eventuali perdite) in vista dei nuovi stress test. Le sofferenze e le perdite del settore continuano quindi a salire. Il tasso di crescita e’ salito dal 21,7 al 22,3%
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