Nuovo record negativo per il debito pubblico italiano: a marzo il ‘rosso’ ha toccato quota 1.946 miliardi di euro. In tre mesi, ovvero dalla fine del 2011, il debito e’ aumentato di 48,9 miliardi di euro e rispetto a marzo dello scorso anno e’ cresciuto di quasi 80 miliardi di euro. Una corsa al galoppo che, in assenza di una vera e propria inversione di tendenza, potrebbe portare il debito pubblico italiano a sfondare, entro la fine dell’anno, la barriera dei 2.000 miliardi di euro. A parte il debito, segnali non positivi arrivano anche dal dato sulle entrate di cassa: Bankitalia calcola che nel primo trimestre sono arrivati all’erario 83,168 miliardi di euro, mezzo punto percentuale in meno delle entrate del primo trimestre del 2011. Nel solo mese di marzo le entrate hanno lasciato sul terreno il 3,6% rispetto al corrispondente mese del 2011.
La dimensione del debito resta dunque il ‘tallone d’Achille’ del Paese, come anche evidenziato qualche tempo fa da esponenti del governo, anche se, e’ da precisare, il dato diffuso oggi dalla Banca d’Italia misura lo ‘stock’, l’ammontare del debito, e non il suo rapporto con il prodotto intermo lordo. E’ invece il rapporto debito-Pil il parametro che conta in Europa. Ma in una situazione in cui la crescita arranca, le entrate diminuiscono e il debito sale, comunque la situazione dei conti pubblici resta difficile. Proprio domani i principali paesi europei, tra i quali anche l’Italia, renderanno noto l’andamento della crescita nel primo trimestre dell’anno. Per il Belpaese alcuni analisti indicano un calo dello 0,7% rispetto all’ultimo trimestre 2011.
Il debito pubblico italiano pesa ‘per 32.435 euro sulle spalle di ogni abitante e per 88.458 euro sulle spalle di ogni famiglia’, calcolano le associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori, sottolineando che le famiglie dovranno quest’anno farsi carico non solo delle ‘stangate tariffarie, calcolate per 2.201 euro, ma anche di ulteriori 1.873 euro di aumento del debito pubblico che il Governo Monti ha contratto in questi ultimi mesi’. Adusbef e Federconsumatori tornano allora a chiedere, per far fronte a questa emergenza, la vendita delle riserve d’oro della Banca d’Italia.
Intanto oggi il Tesoro ha collocato sul mercato Btp a tre anni con scadenza marzo 2015 per complessivi 3,5 miliardi, massimo ammontare prefissato. Il rendimento e’ stabile, al 3,91% dal 3,89% dell’analoga asta di aprile. La domanda e’ stata pari a 1,52 volte l’importo offerto contro 1,43 dell’ultima asta.
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