I ballottaggi hanno visto il centrosinistra vittorioso in questi cinque capoluoghi di regione: Firenze, Perugia, Campobasso, Bari e Potenza. Il centrosinistra ha vinto anche a Cremona, a Vibo Valentia e a Civitavecchia.
Il centrodestra ha vinto a Vercelli, Rovigo, Urbino, Avellino, Lecce e Caltanissetta.
Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, ha cantato vittoria e ha parlato di bocciatura del Governo Meloni dalle città. Tuttavia, deve essere ricordato che nei ballottaggi l’affluenza cala e che gli elettori del centrosinistra sono più inclini a votare.
Il centrosinistra non dovrebbe affatto cantare vittoria, ha vinto perché gli elettori di centrodestra se ne sono stati a casa e perché ha fatto le ammucchiate. Inoltre, una regione un tempo rossa come le Marche ha visto un crollo verticale del centrosinistra, e la vittoria del centrodestra ad Urbino lo dimostra.
Il centrosinistra non è riuscito neppure a riprendersi delle importanti città emiliano-romagnole come Ferrara e Forlì. Dunque, questa “vittoria” è da ridimensionare.
Certamente, il centrodestra ha un problema atavico con le città. Però, parlare di “onda rossa” è fuori luogo. Oltretutto, nel ballottaggio si fanno gli apparentamenti. Per questo motivo, non si può parlare di “onda rossa” e di “bocciatura del Governo”, ma di una sinistra che ha preso città importanti per una serie di fattori favorevoli.
Oltretutto, Firenze e Bari erano già del centrosinistra. Campobasso aveva un sindaco espresso dal Movimento 5 Stelle. Solo Perugia e Potenza erano amministrate dal centrodestra. Dunque, dove sarebbe questo centrosinistra debordante?