I ballottaggi delle elezioni comunali nei capoluoghi sono finiti con sette vittorie del centrosinistra, quattro del centrodestra e due di sindaci espressi da liste civiche. Ora, è tempo di fare una seria riflessione. In primis, il centrodestra dimostra che quando corre diviso parte sconfitto. Il caso di Verona è paradigmatico. Il centrodestra si è diviso nel primo turno e non si è ricompattato nel secondo. Così, il candidato di centrosinistra Damiano Tommasi è il nuovo sindaco della città scaligera.
In secondo luogo, il ballottaggio vede il crollo dell’affluenza. Questo è un dato di fatto. Nel ballottaggio vi è una forte tendenza all’astensionismo. Dunque, il risultato potrebbe non coincidere con la reale situazione politica delle città. Forse, non sarebbe il caso di abolirlo?
Per finire, si conferma anche la tendenza del centrodestra a faticare nelle città. Forse, sarebbe bene che i leader del centrodestra la smettessero con le loro diatribe e che facessero delle proposte per potersi rafforzare nelle città, le quali sono comunque importanti. Certamente, alle elezioni nazionali ci sarà un’altra musica. Però, il centrodestra deve tornare a riprendere consensi nelle città, dove vi è una situazione diversa dalle province.
Vi è anche una nota di colore: a Verona (città di destra) ha vinto la sinistra, a Lucca (città di sinistra) ha vinto il centrodestra. A Catanzaro il ballottaggio è stato tra un candidato di centrosinistra, Nicola Fiorita, ed uno che era del Partito Democratico ma che ha messo in piedi un progetto civico con Forza Italia e Lega, Valerio Donato, con il primo vincente.