In principio erano i colpi di sole o le meches. Poi le tecniche si sono sempre di più raffinate. Si sussurra che a lanciare lo shatush sia stata Sarah Jessica Parker in Sex and the city. Il telefilm cult, consacrando il personaggio di Carrie Bardshaw, ne ha fatto diventare un’icona il proprio look e il proprio hair stylist. E appunto la sua chioma, che alle radici era più scura e mano mano scendendo si illuminava di nuances sempre più chiare, ha fatto tendenza e decretato un fashion outfit.
Le highlights sembrano illuminarsi sempre più, in un vero e proprio tripudio da blonde ambition. Lo shatush si differenzia perché colora i capelli sfumandoli in modo sottile, al contrario di colpi di sole e meches che agiscono su ciocche molto più spesse. Il balayage, invece, si differenzia perché la schiaritura si differenzia di poche nuance dal colore originario, illuminando, ma creando minore stacco di colore. In genere si utilizza per enfatizzare o illuminare un bel biondo di base. Il risultato finale è molto naturale, come se fosse una schiaritura della chioma sotto i raggi del sole. E ci sono anche i vantaggi. Il primo è che, innanzitutto, si allungano di molto i tempi del ritocco. Infatti, il contrasto con la radice, il colore originario, è minimo. E quindi possono passare anche tre mesi dalla colorazione.
Entrambe le tecniche, shatush e balayage, sono molto complesse da ottenere. Se per le meches o i colpi di sole si può sempre ricorrere al kit casalingo, in questo caso è necessario fare ricorso ad un ottimo parrucchiere. Per evitare effetti inestetici di chiazze di ciocche, è indispensabile la mano di un hair stylist esperto, che sappia dosare al meglio la schiaritura sulle ciocche, utilizzare con maestria il pennello e scegliere con cura le ciocche da illuminare.