Stefano Queirolo Palmas, da settembre 2021 Ambasciatore d’Italia a Santo Domingo. Com’è andato questo primo anno in Repubblica Dominicana dal punto di vista del lavoro, delle iniziative e dell’efficienza della sede diplomatica?
È stato un anno davvero intenso, con molte interessanti novità per i nostri uffici e per la collettività. Abbiamo riaperto dopo otto anni un ufficio visti, che si avvia, a regime, verso le 7.000 pratiche all’anno. Abbiamo assorbito da Panama tutte le competenze su Haiti. Abbiamo assicurato lo svolgimento di 3 consultazioni elettorali, tra Comites, referendum e Politiche. Abbiamo riaperto il Consolato onorario di La Romana, visitato tutti i Vice Consolati e i luoghi di nostre comunità fuori dalla capitale, nonché aperto tre nuovi punti di corrispondenza, per poter affrontare emergenze anche in luoghi remoti (ma sempre più frequentati da italiani), quali Pedernales, Las Terrenas e Las Galeras.
Abbiamo infine lanciato la grande festa di piazza per il 2 giugno, nel cuore della città coloniale e con il pieno favore delle autorità locali: tremila persone hanno potuto partecipare ad una bella occasione di incontro, aperta a tutti, con musica, balli, cinema, tanto made in Italy, quasi interamente sponsorizzata e tutto venduto per gli operatori. Lo rifaremo.
A che punto sono, oggi, le relazioni diplomatiche tra Italia e RD?
Anche qui tanti passi avanti. Avvio delle consultazioni politiche annuali tra Ministeri degli Esteri, entrata in vigore del trattato di estradizione.
Ma soprattutto un buon clima, con le autorità locali che ci chiedono di mettere in comune la nostra esperienza in tema di turismo gastronomico, riforma della carriera diplomatica dominicana, diplomazia scientifica, conservazione e valorizzazione di siti e patrimonio immateriale dell’umanità UNESCO.
Mai in così breve tempo si erano viste andare a buon fine tante collaborazioni universitarie di pregio, che fanno onore al nostro Paese non solo come luogo di bellezza, ma come luogo di tecnologia e conoscenza: medicina avanzata (UniBologna-Cedimat), ingegneria antisismica (UniSannio-UASD), formazione di architetti (UniFirenze-UCE).
Ora siamo molto impegnati nel promuovere la candidatura di Roma per Expo 2030, ma in generale la promozione del nostro sistema-Paese ha fatto passi da gigante: la Messa da Requiem di Verdi ha appena registrato il tutto esaurito, al Teatro Nazionale di Santo Domingo (con Ambasciata, Camera di Commercio Dominico-italiana e Casa de Italia come co-produttori e sponsor principali), mentre vogliamo portare presto a Samanà questa Ministra della Cultura per vedere i progressi della nostra storica missione archeologica, alla luce degli importanti recenti ritrovamenti.
A questo proposito una parola a favore della promozione culturale: non conosco mezzo più efficace di dare lustro alle nostre collettività (e quindi considerazione agli occhi delle autorità del Paese di accoglienza) che quello di ricordare il contributo nazionale alla bellezza e all’intelligenza del mondo. Cari italiani, quando facciamo conoscere un pezzo di bella Italia stiamo lavorando per voi!
Qual è il dato aggiornato degli iscritti AIRE in Repubblica Dominicana?
Nel mese di novembre 2022 abbiamo superato la quota 13.000, il dato più alto degli ultimi anni.
In occasione delle ultime elezioni politiche, quelle di fine settembre, tanti connazionali nella RD – ma in realtà nel mondo intero – non hanno mai ricevuto il plico elettorale o l’hanno ricevuto in ritardo, quando ormai era troppo tardi per poter votare. Come se lo spiega? Quali sono state le maggiori difficoltà?
Le ragioni sono molteplici: da un lato, per essere efficaci, è necessario un costante auto-aggiornamento dei propri dati da parte dello stesso connazionale su Fast-It. Abbiamo ricevuto indietro da UPS un buon numero di schede dove il corriere segnalava l’irreperibilità all’indirizzo segnalato, o un numero di telefono errato. Anche quest’anno abbiamo contattato diversi concittadini per telefono o per mail prima dell’invio delle schede per confermare indirizzi e recapiti. Dopo ogni consultazione assumiamo un digitatore per aggiornare i dati risultati superati. Comunque ha votato oltre il 30% degli aventi diritto, un dato più alto della media mondiale.
Per quanto riguarda Haiti, in considerazione della drammatica situazione di sicurezza sul terreno, non siamo purtroppo riusciti a far votare i connazionali residenti, nonostante i nostri sforzi affinché ciò avvenisse.
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La politica, in maniera trasversale, ha preso l’impegno di riformare la legge sul voto all’estero una volta per tutte. Vedremo. Ma secondo lei, come si potrebbe migliorare il processo elettorale oltre confine?
Queste sono decisioni che dovrà eventualmente prendere il Parlamento, sulla scorta dell’esperienza maturata nella celebrazione di elezioni all’estero per oltre 20 anni. Da parte nostra, ci siamo impegnati e continuiamo a fare in modo di garantire il diritto di voto al maggior numero di connazionali residenti in Repubblica Dominicana e Haiti.
Nelle ultime settimane ha partecipato a diversi incontri con i connazionali, pensiamo all’evento a Las Terrenas e a quello svoltosi a Boca Chica, presso lo Sporting Club. Ce ne vuole parlare?
Abbiamo voluto far sentire la nostra presenza un po’ in tutto il Paese, per conoscerci e tastare il polso: dopo le visite a La Romana, Puerto Plata e Santiago, come promesso, abbiamo proseguito le nostre missioni, raccogliendo utili spunti, necessità e – perché no – anche sollecitazioni da parte dei connazionali. Oltre a Pedernales e Las Terrenas siamo stati anche a Las Galeras, incontrando autorità locali e un nutrito gruppo di concittadini, e abbiamo appunto richiesto l’istituzione di tre nuovi corrispondenti consolari in queste aree, per rafforzare ulteriormente le nostre “antenne” sul territorio.
Quanto a Boca Chica, occorre innanzitutto ringraziare il nostro corrispondente Michele Cerchiara e la gentile consorte, sempre attivi e presenti, non solo mettendo a disposizione il loro gradevolissimo stabilimento. L’impressione è comunque che con le persone bisogna parlare: è un esercizio a volte impegnativo, ma sempre utile. Sia a Las Terrenas che a Boca Chica la presenza della Presidente o di altri membri del Comites è stata molto utile, per indicare ai connazionali come meglio canalizzare le loro istanze.
In occasione di quegli incontri, quale riscontro ha ricevuto? Quali sono state le principali richieste da parte degli italiani?
Credo siano state iniziative generalmente apprezzate, nell’ottica di una progressiva decentralizzazione della nostra azione in tutto il territorio della Repubblica Dominicana. I temi principalmente affrontati hanno riguardato da un lato il rapporto con le Autorità locali, che abbiamo cercato di coinvolgere a sostegno e protezione della nostra Comunità, dall’altro le richieste sempre maggiori di appuntamenti per rilascio di passaporti o atti di stato civile.
Se da una parte tanti connazionali esprimono la propria soddisfazione, anche via social network, per come lavora la sede diplomatica, non sono poche le segnalazioni di coloro che affermano di avere da mesi grandi difficoltà nel prenotare un appuntamento in Ambasciata per poter rinnovare il proprio passaporto. Sappiamo che il Comites di Santo Domingo si è attivato per cercare soluzioni a questa problematica e sappiamo che da parte vostra la disponibilità all’ascolto è massima. Quale potrebbe essere, da parte dell’Ambasciata, la risposta concreta alle difficoltà dei connazionali?
Siamo ben consci del problema della crescente richiesta di appuntamenti per servizi in Ambasciata. Anche in Italia al momento le attese per il rilascio dei passaporti sono lunghe, arrivano sino a 6/8 mesi, secondo quanto riportato dalla stampa. I nostri tempi di attesa sono decisamente più brevi e nel 2023 dovremmo essere in grado di rinforzare la compagine lavorativa, così da poter accogliere maggiori richieste.
Con le risorse a disposizione è veramente difficile fare di più, anche se voglio dire che – in caso di comprovate situazioni di urgenza o emergenza – l’Ambasciata ha sempre trovato e sempre troverà un modo per venire incontro alle necessità dei connazionali, siano esse per passaporti, atti di stato civile o visti di ricongiungimento familiare.
Appunto, le risorse. Avete, presso la vostra sede, il personale necessario a svolgere il lavoro nel migliore dei modi? Insomma, in Ambasciata ci lavora un numero di persone adeguato?
Il problema delle risorse umane coinvolge sostanzialmente tutte le sedi diplomatico-consolari nel mondo e anche la nostra Ambasciata non fa eccezione. Posso dirvi che, rispetto alla chiusura del 2014, attualmente l’organico dell’Ambasciata conta poco più della metà delle unità di personale di allora. Una parte della riduzione si deve ad automazione, ma ovviamente anche questo ha un limite. Ciononostante, grazie anche ad un continuo dialogo con Roma, stiamo rinforzando lo staff, anche per gestire efficacemente le nuove competenze sui visti e su Haiti.
Si avvicinano le Feste Natalizie. Vuole approfittare delle nostre pagine per inviare un messaggio di auguri alla comunità italiana della RD?
Auguro di cuore, insieme a tutta la squadra, buone feste e un sereno 2023, con l’auspicio di moltiplicare le occasioni d’incontro e di collaborazione. Non c’è quasi connazionale che non sia portatore di un’esperienza e di un sapere, e tanti sono già impegnati o pronti a mettersi a disposizione della comunità allargata, se appena incoraggiati. Non mi stanco di ricordare alle autorità locali, ma anche a Roma, quanto la forza delle relazioni bilaterali si basi sul capitale umano: quasi 50.000 italiani qui e quasi 50.000 dominicani da noi, una forza ben superiore a quella di tante altre comunità straniere qui presenti. E un’eccezionale storia in comune, lunga secoli. Ma anche tanto impegno dei nostri nel sociale, proprio in terra dominicana (ma anche haitiana), tra cooperazione allo sviluppo, volontariato, enti di beneficenza civili e religiosi, fondazioni filantropiche facenti capo a italiani o italo-discendenti, progetti di responsabilità sociale d’impresa. Potrei riempire pagine con quello che ho visto. La nostra grandezza, della quale talvolta ci dimentichiamo, risiede innanzitutto nella generosità.