Ad un anno dalla denuncia dell’Aduc sulla irregolarità degli autovelox fissi in città, e nonostante numerosissime sentenze del Giudice di pace di Firenze che le danno torto, l’Amministrazione comunale continua come se niente fosse. Il motivo è semplice: solo una piccola parte dei cittadini multati si prende la briga di fare ricorso.
La legge prevede che gli autovelox fissi possano essere utilizzati, all’interno dei centri urbani, solo su strade di scorrimento. Come ha più volte ribadito la Cassazione, "il prefetto non può autorizzare tratti stradali diversi da quelli previsti dalla legge. La possibilità da parte del Prefetto di inserire nell’apposito elenco una strada urbana è condizionata, quindi, alla verifica della presenza delle caratteristiche indicate dall’art. 2 del Codice della strada, senza le quali la strada non può essere classificata come strada urbana di scorrimento" (sentenza n. 7872/2011).
Vediamo queste caratteristiche minime previste all’art. 2 Cds affinchè una strada urbana possa essere considerata di scorrimento:
– tutte le intersezioni devono essere semaforate. Cosi’ non e’, per esempio, per viale Etruria, viale Lavagnini e viale Gramsci, dove sono presenti incroci senza semaforo;
– per la sosta devono essere previste apposite aree o fasce laterali esterne alla carreggiata, con immissioni ed uscite concentrate. Questo non è certamente il caso dei viali Gramsci, Lavagnini e Matteotti, dove i parcheggi non sono sistemati in aree chiuse con una sola entrata o uscita, ma banalmente lungo tutta la sede stradale;
– deve essere presente la banchina pavimentata a destra (una sorta di piccola corsia di emergenza asfaltata). Ma in viale Etruria, come sugli altri viali fiorentini, non c’e’ banchina tra la striscia destra di delimitazione della carreggiata e il marciapiede o i parcheggi;
– le carreggiate devono avere almeno due corsie per ciascun senso di marcia. Non è il caso di via Senese, che ha solamente una corsia per senso di marcia.
Il Comune, con la complicità del Prefetto, vuole convincerci che basti rinominarle strade di scorrimento per far magicamente apparire le caratteristiche minime mancanti. Secondo questa stravagante teoria, si potrebbero piazzare autovelox fissi anche in Piazza Signoria: basta che il Comune la chiami strada urbana di scorrimento. Tutto questo esemplifica ciò che sta affossando l’Italia da anni: l’assenza di legalità, in primis nelle Istituzioni. La legge è chiara, la giurisprudenza della Cassazione pure, ma il Comune le ignora entrambe, consapevole che la stragrande maggioranza dei cittadini preferisce pagare piuttosto che doversi impegnare per fare ricorso. Anche a Firenze, come già a Roma Capitale, niente di nuovo sotto il sole…
Pietro Yates Moretti, vicepresidente Aduc*
*Associazione per i diritti degli utenti e consumatori
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