Domani, 7 febbraio, alle ore 13:30 a Sydney, in Australia, presso la Scuola Marco Polo, avrà luogo un evento culturale per ricordare Maria Federici Agamben, donna cattolica, deputata repubblicana, madre costituente e fondatrice dell’Associazione Nazionale Famiglie degli Emigrati (ANFE).
Il primo della serie “Pomeriggi Culturali – Caffè con l’ANFE” vede una conferenza dedicata alla fondatrice, presentata da Marco Testa, docente di storia e delegato per Sydney e il NSW. L’iniziativa mira a mantenere viva la memoria dell’emigrazione italiana all’estero e a celebrare il contributo significativo di Maria Federici Agamben alle esigenze delle donne nel dopoguerra e degli italiani all’estero, in occasione dei 40 anni dalla scomparsa dell’illustre connazionale.
Maria Federici Agamben, nata a L’Aquila nel 1899, è stata una figura straordinaria il cui impegno ha segnato profondamente la storia italiana del XX secolo. Nata in una famiglia benestante, la sua formazione ha sottolineato il pensiero cristiano sociale, plasmato dalla filosofia di Emmanuel Mounier e Jacques Maritain, che ha influenzato la sua visione sulla democrazia e la giustizia sociale.
La sua infanzia si è intrecciata con i tumultuosi eventi storici dell’Italia tra l’800 e il 900, segnati dal processo di riforma liberale, l’industrializzazione, la questione sociale e l’emigrazione di massa. Durante gli anni all’estero, ha insegnato presso gli Istituti di Cultura, fondato scuole Montessori, partecipato all’attivismo contro la Dittatura Fascista e ha continuato a svolgere un ruolo cruciale nelle comunità di italiani espatriati.
Il suo impegno politico si è intensificato con la sua partecipazione attiva alla Democrazia Cristiana nel 1944, co-fondando il Centro Italiano Femminile (CIF). Attraverso il CIF, Maria Federici ha promosso valori come l’unità e la sanità della famiglia, opponendosi al divorzio e al materialismo, adoperandosi per far comprendere alle donne la necessità di un’unione basata non sulle ideologie ma sul pragmatismo e sulla dignità della persona umana.
La sua presenza nell’Assemblea Costituente e nella prima legislatura del Parlamento Repubblicano, fino al 1953, ha portato a dibattiti importanti sulla dignità morale delle donne, l’unità familiare e la partecipazione delle donne alla magistratura. Alcune delle sue battaglie hanno visto la luce nei decenni successivi e dopo la sua uscita dalla politica attiva.
Nel 1947, Maria Federici ha dato vita all’Associazione Nazionale Famiglie degli Emigrati (ANFE), offrendo risposte strategiche e strutturali al fenomeno migratorio italiano. Il suo legame con l’Australia è stato profondo, grazie alla rete ANFE istituita nei vari stati, collaborando con Lena Gustin alla risoluzione di problematiche burocratiche tra cui le pratiche di richiamo per familiari, gli accordi bilaterali, ricerca dei dispersi, l’impatto psicologico dell’emigrazione soprattutto sugli uomini ed un singolare contributo alla fondazione di un centro medico per gli emigranti a Leichhardt.
Oltre al suo impegno politico, Maria Federici ha lasciato un importante testo autobiografico dal titolo “Il Cesto di Lana”, che riflette sulla condizione delle donne dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il suo pensiero filosofico continua a ispirare le generazioni odierne, incoraggiando il servizio agli altri con umiltà e senza alcun accrescimento personale.
Giammarco Testa