Mario Fera, origini siciliane, residente in Australia, fondatore di UNIRE. Come mai non avete presentato il vostro simbolo in queste elezioni politiche 2018?
Perché non abbiamo fretta. Non ci interessano le poltrone. Non ci interessa la carriera parlamentare. Di partiti, partitini, leadership improvvisate se ne sono visti anche troppi e i nostri concittadini, e parlo degli italiani all’estero come dei nostri cari che vivono in Italia, meritano rispetto: la politica del voto “usa e getta” ha scavato un solco profondo tra loro e il sistema partitico. Per prima cosa, quindi, dobbiamo colmare quel solco, e questo non si fa con la campagna elettorale e la richiesta di preferenze, ma con i buoni rapporti tra persone.
Ci dia una opinione su queste elezioni, secondo lei come andrà a finire?
Conosco già il risultato: vincerà la delusione. Vedremo una bassa affluenza scatenata dall’impossibilità, ormai, di tollerare polemiche sterili, cambi di casacca e questa persistente incapacità di mantenere le tante, troppe promesse che la politica ha sviluppato e che manifesta con assoluta noncuranza. Ecco, il movimento UNIRE vuole rovesciare questi paradigmi, ma non può certo dare il buon esempio correndo in campagna elettorale a due mesi dalla propria fondazione.
Avrà certamente letto i programmi di tutte le formazioni in campo, cosa ne pensa?
Sono gli stessi da quando esiste il voto estero, perché anche i problemi sono rimasti gli stessi: non è stato fatto nulla per introdurre un cambiamento, anche il più piccolo. Anzi, i problemi sono aumentati e per un motivo molto semplice: un rappresentante degli italiani all’estero eletto con un partito tradizionale non avrà mai la forza e la considerazione per imporsi.
Come abbiamo già visto con i “nostri” parlamentari, che in Parlamento hanno sempre votato fedelmente seguendo la linea del partito. Ho fatto una piccola, rapida ricerca sul sito della Camera: lo sa quante volte la parola “Australia” è stata menzionata nei loro interventi? Zero.
Lei era coordinatore del MAIE in Oceania, come mai questo cambio?
Con rispetto verso il MAIE, abbiamo però capito che in questa parte del mondo, nella nostra circoscrizione, così vasta e speciale, ci sono esigenze uniche che, per essere affrontate puntualmente, avrebbero richiesto un lavoro molto mirato. Ed è il tipo di lavoro che abbiamo impostato, in effetti.
Farete alleanze?
E perché mai? Specifico: di sicuro non con gli stessi partiti, nessuno escluso, ai quali vogliamo essere alternativi. Perderebbe di senso tutto il nostro percorso. Come amiamo dire in UNIRE, abbiamo “una faccia sola”.
Unire dove si collocherebbe in parlamento?
Non ci siamo neanche candidati e già mi chiede dove andremmo a sederci? Allora le rispondo così: dove si difendono diritti e speranze degli italiani all’estero. E, siccome quella collocazione non esiste, la dovremo creare noi.
Unire cosa propone agli italiani della nostra ripartizione?
Ascolto, accompagnamento, rappresentanza. Sono le nostre parole chiave. Iniziamo però con l’ascolto e l’accompagnamento, non il contrario: il diritto di rappresentare qualcuno si conquista con l’impegno, non perché si decide, di punto in bianco, di candidarsi.
Come Unire, dunque, avete saltato un giro per essere protagonisti in futuro?
Mi creda, teniamo ben poco alla strategia e questi calcoli non li facciamo. Magari ci candideremo a una prossima elezione, magari continueremo semplicemente il nostro lavoro di ascolto e aiuto. Sicuramente faremo pressione, poco ma sicuro, su chi verrà eletto con quei pochi voti che saranno espressi. Se abbiamo un obiettivo vero, è quello di estendere la nostra rete, di ampliare i legami del sostegno reciproco e della condivisione, di farci sentire dove serve, perché la nostra comunità possa vivere meglio e ottenere servizi migliori.
Siamo italiani residenti all’estero, orgogliosi delle nostre origini e delle scelte che abbiamo fatto nel corso della vita. Per questo motivo vogliamo riunire le centinaia di migliaia di persone che condividono le nostre radici, la nostra storia, e rappresentare al meglio i loro diritti, i loro bisogni, i loro sogni. Il movimento UNIRE nasce per ascoltare, raccogliere e fare sentire la voce delle persone che, come noi, pur abitando all’estero, vivono un legame profondo e intenso con l’Italia.