Introduco questo articolo con una mia poesia:
CHRONICA DIEI NATALIS ANGLORUM, AD MDLVIII
Angliae et Hiberniae…
regina Elizabeth divintau…
poscia di so’ soru la morti…
et comu mantuanu l’ammasciaturi cuntau…
idda si ‘nnìu et la missa lassau…
pirchì cuntru lu so’ vuliri…
lu Pani lu viscuvu aisau…
et viriri idda nun fici putiri…
et lu Natali mancu purtau.
CRONACA DE ‘L DÌ DI NATALE DE GLI INGLESI, A.D. 1558
De l’Inghilterra e d’Irlanda…
regina Elisabetta diventò…
poscia de la sorella la morte…
e come ‘l mantovano ambasciator narrò…
ella se andò e la messa lasciò…
perché contro ‘l suo voler…
il vescovo la messa elevò…
e veder ella non fe’ il poter…
e ‘l Natal manco portò.
Questa poesia, scritta in maccheronico-siciliano e in italiano con arcaismi e toscanismi, riporta un fatto del XVI secolo avvenuto in Inghilterra e riportato nientepopodimeno che dall’ambasciatore del Ducato di Mantova, il quale ricevette tale notizia dallo storico italiano (e mantovano) Schivenoglia.
Nel novembre del 1558, la regina Maria I Tudor morì e le succedette la sorellastra Elisabetta, la regina Elisabetta I.
L’Inghilterra di quegli anni visse un travaglio religioso fortissimo, prima con lo scisma di re Enrico VIII, poi con l’avvento del protestantesimo che ci fu durante il regno di re Edoardo VI e poi col tentativo di restaurazione cattolica di Maria.
Gli inglesi erano divisi tra coloro che abbracciarono la fede protestante e coloro che rimasero cattolici. Maria era cattolica mentre Elisabetta era protestante.
Prima della messa di Natale del 1558, che fu celebrata nella Cappella Reale del Saint James’s Palace, Elisabetta ordinò al vescovo di Carlisle Owen Oglethorpe, vescovo che fu incaricato di celebrare la funzione, di non elevare l’ostia durante la liturgia eucaristica.
L’elevazione dell’ostia, infatti, certificava la presenza reale di Cristo e la transustanziazione, dogmi che erano messi in discussione nel protestantesimo. Il vescovo disobbedì e la regina se ne andò dopo la lettura del Vangelo.
Il 15 gennaio 1559, il vescovo Oglethorpe presiedette l’incoronazione di Elisabetta (anche se la Comunione fu celebrata dal decano della Cappella Reale) ma fu rimosso dalla sua sede undici giorni dopo, per non avere riconosciuto l’Atto di Supremazia, atto col quale la regina ripristinò le politiche di re Enrico VIII e di re Edoardo VI, rompendo di nuovo col Papa e restaurando buona parte delle dottrine protestanti del periodo edoardiano.
Di certo, la regina non ebbe molto spirito natalizio. Infatti, sarebbe potuta rimanere fino alla fine della messa, anche senza prendere la Comunione, e avrebbe fatto un gesto conciliante verso tutti.
Con questa poesia, auguro buon Natale agli italiani nel mondo e che sia tale festa sia una festa di amicizia.