E’ vero che quello di quest’anno sarà un Natale all’insegna del risparmio, della riflessione, dei conti in tasca più di qualsiasi altra annata, dei sacrifici, della morsa del portafogli in lacrime, del desiderio. Ma sarà anche un Natale dell’Italia migliore, quella che saprà reagire, quella che riesce sempre ad unirsi stretta attorno al focolare della Patria al momento del bisogno. E anche stavolta gli italiani, quelli veri, non mancheranno.
Senza forma di smentita, il nostro è un Paese che saprà resistere alla stangata, alle prepotenze di una classe dirigente inetta ed incapace di scegliere cosa è davvero bene per il Popolo. Una dittatura mascherata, quella che si ritrova a decidere per milioni di cittadini la loro politica economica e sociale, impantanata in una guerra contro l’Euro e l’Europa. Perché è questa la verità, è l’Euro che ci ha ammazzato, che ci ha privato di ogni autonomia monetaria ed economica, costituzionalmente garantita e privatamente salvaguardata da ognuno di noi.
Ha ragione l’amico Roberto D’Agostino nel dire che siamo alla vigilia, se non nel bel mezzo, della terza guerra mondiale. Una rassicurazione a chi pensa che le guerre in occidente si combattono con i mitra: Nessun uomo cadrà sotto proiettili sparati da una rivoltella. Nessuna donna partorirà figli deformi per via dell’inquinamento nucleare. Nessuno di noi sentirà odore di polvere da sparo per le strade. E’ dentro le banche, dentro anche le più piccole e insignificanti filiali di provincia che si consuma il conflitto. E’ una guerra contro il dollaro, quella che ci vede protagonisti. La moneta regina del mondo, battuta in potenza dalla nuova arrivata. Un europeo negli States ha il potere di acquistare quel che l’americano acquista col doppio, se spende in dollari americani anziché con la valuta del Vecchio Continente. Ed è questo il vero problema. E’ questo il vero motivo della guerra che è in atto anche in questi secondi. In questi concitati minuti di ultimi acquisti natalizi, durante i quali anche i più modesti cittadini si accingono a preparare l’ultimo dolce da servire sulla tavola tinta dal rosso del Natale.
Ci costringeranno a ridurre del 20 o del 30% il valore della nostra moneta, prima di lasciarci in pace. D’altronde, lo si vede ogni giorno, lo spread non accenna a calare e si attesta senza sosta a quota 500/515, segno del fatto che nemmeno un economista-europeista convinto come Mario Monti è riuscito a placare l’assedio ai nostri mercati, per nulla impietositi dall’allontanamento forzato di Silvio Berlusconi, evidentemente l’ultimo anello di una crisi venuta da molto lontano e che certamente lui non ha causato.
Agli italiani convinti di esserlo, giunga questo modesto augurio. Che si possa avere una consapevolezza maggiore del nostro Paese, forte perché sono i suoi cittadini ad esserlo. Un Popolo grande che fa la Nazione più di chi la Governa. Un Popolo la cui dignità – perdonatemi – continua oggi ad essere ingiustamente sfottuta.
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