Oggi audizione in videoconferenza alla Commissione Esteri della Camera per discutere delle proposte di legge per l’istituzione di una Commissione parlamentare per le questioni degli italiani all’estero. Sono intervenuti dall’Europa diversi presidenti di Comites. Tra questi, Vincenzo Cirillo, presidente del Comites di Parigi, secondo il quale “lo Stato dovrebbe far conoscere e riconoscere l’importanza dei Comites, prevedendone la modernizzazione, l’alleggerimento burocratico e l’istituzione di una Casa Italia, dove organizzare attività culturali, di ristorazione, corsi di lingua e dibattiti. Così diventerebbe il punto di riferimento per tutti gli italiani all’estero”.
Per Cirillo la Commissione bicamerale per gli italiani nel mondo è una proposta che va sostenuta: “Oggi come non mai, questa commissione è necessaria, ma dovrebbe esserci l’obbligo di fare una relazione tutti gli anni, inoltre dovrebbe essere prevista anche una consultazione regolare dei Comites. La Commissione dovrebbe occuparsi anche delle problematiche degli italiani che vivono all’estero, come l’alleggerimento della doppia tassazione”.
Con la bicamerale si va “verso la giusta direzione” anche secondo Pietro Molle, presidente del Comites di Londra: “La costituzione di una bicamerale per gli italiani nel mondo per noi va nella direzione giusta, è un’iniziativa importante e da portare a casa”.
“L’emigrazione italiana in Gran Bretagna è numerosa, il Consolato a Londra registra 370mila iscritti all’Aire e stima che altri 300mila siano presenti su territorio e non sono ancora iscritti all’Aire. E’ il primo consolato al mondo per numero di utenti e il movimento degli italiani non si è fermato, anche se prima la Brexit e poi il coronavirus hanno rallentato il flusso”.
Si tratta di “un’emigrazione varia: sono coloro che durante gli anni ’50 ’60 e ’70 con coraggio si trasferirono qui; sono insegnanti, ricercatori, medici, commercianti, bancari, imprenditori e avvocati – spiega Molle -. Ci sono poi gli italiani originari di altre nazioni che sono venuti in Gran Bretagna. Una collettività che con il proprio lavoro è riuscita a distinguersi e ha promosso in ogni campo il made in Italy e che deve poter pretendere che le aspettative non vengano disattese”.
“I Comites – prosegue Molle – per funzione e radicamento tra le collettività all’estero dovrebbero avere un ruolo primario nelle consultazioni” della futura bicamerale per italiani nel mondo.
In merito alle proposte di composizione e compiti della bicamerale, “da un giro di richieste dei miei colleghi il numero più gettonato è di 18 deputati e 18 senatori perché così vengono inclusi tutti gli eletti all’estero e si avrà un’uguale rappresentanza – spiega Molle -. Per quanto riguarda i compiti, la pandemia metterà in grave difficoltà la comunità degli italiani all’estero e la bicamerale dovrà essere in grado di porre l’attenzione alle situazioni di disagio che stanno emergendo”.
Secondo Grazia Tredanari, coordinatrice Intercomites Svizzera, “sarebbe opportuno che i Comites possano essere interlocutori perché siamo vicini al territorio e conosciamo meglio di chiunque altro la realtà”. L’emigrazione italiana all’estero “è una realtà variegata e le esigenze sono cambiate. Le leggi e gli accordi, che sono fermi agli anni ’70, hanno la necessità di cambiare sia per la nuova sia per la vecchia emigrazione”.
Secondo Tredanari i Comites sarebbero “interlocutori preziosi” per la bicamerale: “mi auguro che la bicamerale venga creata affinché ci sia un’interlocuzione”, la nuova commissione potrebbe essere “l’occasione per raccogliere tutte le nostre istanze. Da tempo chiedo di poter migliorare la parte informatica, di ammodernare i servizi in modo da essere efficaci e non sovraccaricare le reti consolari. Ci vorrebbero degli ‘Sportelli Emigrazione’ in Italia”.
Luciano Alban, presidente del Comites Zurigo, durante il suo intervento ha affermato: “È fondamentale istituire una Commissione bicamerale per le questioni degli italiani all’estero, di modo da avere il polso di ciò che funziona nei vari Paesi. Il suo lavoro dovrà concentrarsi nel dare delle risposte più celeri alle problematiche che si pongono di volta in volta. Ad esempio, quello di Zurigo era conosciuto come il consolato più efficiente al mondo, ma il coronavirus ha complicato tutto”.
“Perché i Comites funzionino, bisogna poi creare una segreteria operativa, altrimenti diventa difficile operare in modo capillare. Anche la comunicazione rappresenta un problema: dobbiamo consolidare di più questo aspetto”. “Al momento si stanno trascurando i corsi di lingua italiana, ma si tratta di occasioni fondamentali per mantenere viva la rete degli italiani nel mondo e la conoscenza della patria. Sosteniamo questi momenti di aggregazione e italianità nel mondo”, ha concluso Alban.
Intervenuto anche Tommaso Conte, coordinatore Intercomites Germania: “Dopo 30 anni di battaglie, sarei molto felice se venisse istituita questa Commissione”. Per aumentare la partecipazione alle prossime elezioni Comites che avranno luogo il prossimo anno, secondo Conte bisognerebbe “aumentare l’attrattività dei Comites, attraverso un maggiore ricambio generazionale”.