Una vacanza a New York che poi è finita in tragedia. Un viaggio per rincontrarsi, stare insieme, guardare all’orizzonte della vita dallo stesso punto. Ma il futuro se l’è portato via un pazzo alla guida di un furgone che si è scagliato contro i passanti, uccidendo anche loro. Cinque amici argentini morti nell’attacco che appena 24 ore ha sconvolto New York e il mondo intero.
In occasione dell’ultima riunione degli ex alunni dell’Istituto politecnico di Rosario, i cinque avevano deciso che avrebbero festeggiato lì i 30 anni dal loro diploma. ‘Motore’ dell’organizzazione del viaggio – a cui hanno partecipato in dieci – era stato Ariel Erlij, 48 anni, imprenditore molto noto nella città argentina, proprietario della società Ivanar.
Del gruppo di amici ‘rosarinos’, tutti architetti o imprenditori quasi cinquantenni, facevano parte anche altri cinque professionisti sopravvissuti per miracolo, anche se uno di loro, Marin Marro, e’ ricoverato in un ospedale di Manhattan. Arrivati a New York, avevano visitato Boston, dove vive Marro, poi il ritorno a New York e la decisione di fare una passeggiata in bicicletta nell’area ciclabile a Lower Manhattan: e’ stato contro di loro, e non solo, che si e’ lanciato il furgoncino bianco guidato dal killer, Sayfullo Saipov.
Tra gli studenti diplomati nell’87 all’Universita’ di Rosario, che oggi ha disposto tre giorni di lutto, c’erano anche Jorge Nid e Ricardo Berlot: dovevano far parte del gruppo di New York, poi hanno lasciato perdere. Nid oggi ha raccontato alla stampa che ad avvisarlo del dramma e’ stato Ivan Brajkovic, un altro dei sopravvissuti.
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