Papà Massimo sfila in silenzio tra le prime file del corteo. Maglietta rossa e jeans, trattenendo nella mano sinistra un fazzolettino di carta per asciugarsi le lacrime, non se l’e’ sentita di dire di no all’invito rivoltogli dal suo paese. Cammina affiancato dal sindaco, mentre alle sue spalle tanti bambini e studenti spesso invocano in coro il nome di Melissa, la sua adorata e unica figlia che una mano assassina gli ha strappato dalle braccia. Papa’ Massimo ringrazia chi gli si avvicina per mostrargli affetto, e ai cronisti riferisce solo a bassa voce che sua moglie Rita ‘sta bene, sta bene’.
La mamma di Melissa e’ una assenza di rilievo in questa Marcia della Legalita’ che ha attraversato le strade di Mesagne, il paese in cui era nata e viveva la studentessa sedicenne morta nell’attentato del 19 maggio scorso dinanzi alla scuola Morvillo-Falcone di Brindisi. Rita e’ ancora in ospedale, dopo il malore accusato quando le hanno detto che sua figlia non sarebbe mai piu’ tornata a casa. Questa mattina le ha ‘portato un bacio’ don Luigi Ciotti, presidente di Libera, una delle associazioni che ha lavorato con il Comune per organizzare questa Giornata della Legalita’ e la marcia, che ha visto sfilare migliaia di giovani e bimbi.
Don Ciotti e’ stato il protagonista della mattinata. E’ tornato per l’ennesima volta a Mesagne, dopo l’attentato, e ha partecipato a una seduta del consiglio comunale dei ragazzi.
‘Il 19 maggio da ragazzi siamo diventati improvvisamente adulti’, ha ricordato subito a tutti Anna Paola, 12 anni, sindaco di quella piccola assemblea. ‘Mai avremmo pensato – ha proseguito Anna Paola – di essere travolti dal problema della legalita’. Quel giorno abbiamo provato commozione, rabbia e dolore’. Poi un invito al sindaco e agli amministratori. ‘Non spegnete gli interruttori della luce della legalita’, la legalita’ deve essere protagonista del nostro futuro. Lo dobbiamo a Melissa, alla sua mamma e al suo papa”.
Da don Ciotti sono arrivati moniti e parole di speranza.
‘Melissa e’ viva – ha detto – anche se fisicamente non c’e’ piu’. Stamani al cimitero ho visto che qualcuno ha attaccato due pezzi di carta. C’era scritto: Melissa vive dentro di noi, siamo noi. Noi ci sentiamo un po’ tutti Melissa’. E ancora: ‘Quelle bombole hanno scalfito tutti noi e ci chiedono di fare meno parole e piú fatti. Dobbiamo sentire che quelle bombole le hanno messe anche dentro di noi. Avete bisogno di interlocutori adulti che prendano sul serio le vostre domande, di adulti credibili, appassionati’.
Poi la marcia, aperta da uno striscione con lo slogan ‘Perche’ ognuno scelga da che parte stare’ seguito dai gonfaloni di numerosi Comuni e da esponenti delle istituzioni giunti da varie parti d’Italia. In piazza dal palco, a fine corteo, il ricordo di Sofia, ex compagna di banco di Melissa alla scuola media (‘Abbiamo vissuto tanti momenti insieme, ci siamo sempre aiutate a vicenda. Ora dobbiamo avere il coraggio di costruire una societa’ piu’ giusta’) e il monito di Dalila, studentessa liceale di Mesagne, che rifiuta l’etichetta di paese ‘mafioso’ alla sua Mesagne. ‘Amo il mio paese, non scoraggiamoci, dobbiamo rialzarci piu’ forti che mai. Tocca a noi rimboccarci le maniche e a voi tutti, classe politica, pensate a noi, non solo in questo triste periodo. Noi siamo pronti ma voi dateci la possibilita’ di non dover andare via dal nostro paese’. Gli ha fatto eco il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola.
‘Non abbiate paura di fare i nomi dei boss, la lotta alla mafia inizia dal vocabolario, bisogna dire tutta la verita’ per liberarci dalle mafie. Siamo orgogliosi di dire ‘Mesagne capitale dell’antimafia e della legalità’.
Sul fronte delle indagini sull’attentato si fa strada l’ipotesi che l’assassino che ha schiacciato il telecomando sia una persona mancina e non che invece abbia una mano offesa, come si era ipotizzato in un primo momento. E’ quanto gli inquirenti suppongono dopo aver ripetutamente visto le immagini ricavate da una telecamera del chiosco di fronte alla scuola Morvillo-Falcone. Stamani la Polizia scientifica ha eseguito una registrazione video della scena dell’attentato per ricavarne una proiezione tridimensionale, utile ad ottenere altri particolari su quanto accaduto il 19 maggio scorso al momento dell’esplosione.
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