‘Stento a credere che possa essere stata la mafia a compiere l’attentato di Brindisi perche’ a noi componenti della Commissione antimafia non risultava alcun allarme o preallarme su rischi del genere: occorre capire se lo strano tentativo di suicidio di Bernardo Provenzano, subito sventato nel carcere di Parma, sia stato un segnale dato all’esterno. Ma nella valutazione di questo crimine efferato che colpisce i nostri giovani, che sono gli affetti piu’ cari delle famiglie, bisogna essere cauti’. Queste le prime considerazioni del commissario antimafia Alberto Maritati, il senatore del Pd con una lunga esperienza di magistrato in Puglia, la sua terra.
‘Nemmeno in Medio Oriente, nemmeno in Palestina, che pure sono territori travagliatissimi, si e’ arrivati a colpire le scuole. Per questo – prosegue Maritati – mi viene anche in mente che si possa trattare di un attentato non voluto, di un progetto criminale andato oltre l’obiettivo prefissato. Chiaramente tutti preferiremmo che fosse cosi’, piuttosto che pensare che qualcuno abbia voluto deliberatamente uccidere ragazze indifese e innocenti’.
Maritati punta l’indice sul silenzio dei servizi di intelligence. ‘Questo attentato – sottolinea il senatore – colpisce il Paese nel sonno e il capo dei servizi deve dare una spiegazione perche’ non hanno sentito volare una mosca. Come mai in Italia non si riesce mai a sapere in anticipo che si stava per realizzare un fatto del genere? Eppure tutti i cittadini sono monitorati e i nostri servizi sanno controllare bene. Purtroppo si fanno troppi controlli inutili. Dico tutto questo pur essendo grato alle forze dell’ordine per il loro lavoro’.
Con riferimento all’operazione ‘Die Hard’ – una imponente retata fatta lo scorso 9 maggio a Mesagne, la patria della Sacra Corona Unita, e il paese dal quale provenivano le vittime dell’esplosione – Maritati non esclude che ci possano essere ‘correlazioni’. Come un ‘collegamento’ potrebbe esserci con il ventennale della strage di Capaci, con l’arrivo della carovana della legalita’ in Puglia e con l’intitolazione della scuola colpita a Giovanni Falcone e alla moglie Francesca Morvillo. Pero’ il senatore dice anche che ‘quella del Salento non e’ la mafia siciliana: la scelta stragista la Sacra Corona non l’ha mai compiuta. Comunque sia, non siamo al corrente di alcun ‘dibattito’ interno tra i clan pugliesi, come avvenne in Cosa Nostra tra Riina e Provenzano’. ‘E’ vero che la criminalita’ organizzata pugliese e’ sanguinaria, che ci sono i cento morti lasciati sull’asfalto dalla faida salentina, ma il salto nell’eversione – rileva Maritati – non c’e’ mai stato. Bisogna andare indietro di almeno venti anni, quando vi fu il fallito attentato al rapido Milano-Lecce, per trovare qualche indizio del genere’. ‘E’ noto, invece, alle forze dell’ordine – prosegue il senatore – che la criminalita’ pugliese dispone di ingenti quantita’ di esplosivo. Certo non e’ da escludere la scia del terrorismo. Ma, in genere, questo tipo di matrice non rimane mai silente’. ‘Prostrazione, questo il mio stato d’animo di fronte a queste giovani vittime e alle loro famiglie’, conclude Maritati.
Discussione su questo articolo