“Un caloroso ringraziamento a tutti coloro che stanno sostenendo l’iniziativa mirata a migliorare l’assistenza sanitaria per gli italiani residenti nella Repubblica Dominicana”. E’ quanto si legge in una nota del Comites di Santo Domingo, per l’iniziativa che – come abbiamo già riportato sulle pagine del nostro giornale – è partita prima di tutto da Ivo Bellacini, presidente dell’associazione pensionati della Repubblica Dominicana, ripresa immediatamente da Massimiliano Scerra, presidente della Commissione Salute del Comites e coordinatore nazionale del MAIE in Repubblica Dominicana, e poi è stata fatta propria da tutto il Comitato.
In tutto questo, un grande sostegno l’ha dato Vincenzo Odoguardi, vicepresidente MAIE, che si è interessato a muovere le caselle giuste affinchè la questione diventasse in qualche modo una delle priorità da portare avanti.
Soddisfatto, dunque, il Comites SD. Anche perché poi si è accodato Paolo Dussich, consigliere CGIE di nomina governativa, che ha preso carta e penna e segnalato la cosa al segretario generale del CGIE, Michele Schiavone, il quale ha assicurato che il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero prenderà a cuore il tema.
Da parte sua il Comites di Santo Domingo ringrazia Dussich, Schiavone e anche tutti gli “altri membri di organismi istituzionali rappresentativi delle comunità italiane all’estero dell’America Latina” – a cominciare dal vicesegretario CGIE per l’America Latina, Mariano Gazzola (anche coordinatore MAIE America Latina) fino ad arrivare ai presidenti Comites dell’America Centrale, molti dei quali sono anche coordinatori nazionali del MAIE nei propri Paesi di residenza (pensiamo, per esempio, a Messico e Costa Rica) – che lo scorso 25 luglio si sono riuniti per confrontarsi e individuare soluzioni possibili.
Ci auguriamo davvero che all’annosa questione dell’assistenza sanitaria per gli italiani all’estero venga data la giusta attenzione e che presto, anche e soprattutto attraverso azioni parlamentari, vengano trovate soluzioni adeguate per garantire a tutti gli italiani nel mondo iscritti all’AIRE la necessaria e sacrosanta assistenza una volta rientrati in Italia, senza limiti di tempo e dunque superando quei famosi “90 giorni di prestazioni urgenti garantite”.