Lettera aperta a:
• Matteo Renzi, Presidente del Consiglio dei Ministri
• Beatrice Lorenzin, Ministro della Salute
• Carlo Padoan, Ministro dell’Economia e delle Finanze
Egregio Presidente Renzi e gentili Ministri Lorenzin e Padoan,
È notorio come gli emigrati italiani ed iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE) si sentano da sempre un po’ maltrattati dal loro Paese, l’Italia, come se fossero dei cittadini di serie B. Spesso, ad onor del vero, più dalla burocrazia della pubblica amministrazione che dalla politica. L’assurdo è che, a volte, questi emigrati continuano a sentirsi tali anche dopo il loro rimpatrio.
È il caso, per esempio, degli emigrati italiani che – dopo lunghi anni di lavoro ed aver maturato il diritto ad una pensione elvetica – rimpatriano dalla Svizzera per trascorrere la loro Terza età in patria realizzando il sogno di una vita.
Infatti, quando questi ex emigrati in pensione, una volta in Italia (avvalendosi del diritto di opzione previsto dagli Accordi bilaterali sulla libera circolazione stipulati tra la Confederazione Elvetica e l’Unione Europea), scelgono di assicurarsi contro le malattie con il Servizio Sanitario Nazionale italiano (SSN), le ASL locali li obbligano a farlo tramite l’iscrizione volontaria al SSN che comporta il versamento di un contributo annuale – calcolato sul reddito complessivo conseguito nell’anno precedente in Italia o all’estero – come se fossero degli stranieri e non dei cittadini italiani semplicemente rimpatriati dopo anni di emigrazione.
Un vero e proprio paradosso poiché si tratta di cittadini italiani beneficiari di una pensione svizzera assoggettata al fisco italiano (Legge 26 luglio 1975 n.386) e quindi cittadini della Repubblica che versano regolarmente le tasse in Italia e che, inspiegabilmente, vengono trattati diversamente rispetto a tutti gli altri cittadini italiani che non hanno vissuto l’emigrazione e che, invece, sono assicurati al SSN attraverso la fiscalità generale.
Un paradosso che né un intervento dello scrivente nei confronti del Ministero della Salute, né interrogazioni parlamentari, finora e a distanza di un anno, sono riusciti a risolvere (sembra per problemi di coordinamento tra Ministero della Salute e MEF) per far diventare anche gli ex emigrati italiani in Svizzera dei cittadini di serie A!
Fin quando dovrà durare questa incredibile discriminazione? Questo – signor Presidente del Consiglio ed egregi Ministri – ci domandiamo noi e si domandano, soprattutto, quei pensionati ex emigrati in Svizzera che ci contattano da ogni parte d’Italia per denunciare queste situazioni.
Dino Nardi, Coordinatore europeo UIM
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