“Su proposta del relatore Stefano Lepri e grazie all’iniziativa del PD Mondo e dei parlamentari del Partito Democratico della Circoscrizione Estero, la Commissione Affari Sociali della Camera ha fatto proprie le nostre segnalazioni sulle criticità per i nostri connazionali relative all’introduzione dell’Assegno Unico in sostituzione delle detrazioni per figli a carico e dell’assegno per il nucleo familiare (ANF). Si tratta di un primo importante risultato del nostro impegno per la tutela dei diritti sociali degli italiani che vivono e lavorano all’estero”. Così hanno dichiarato oggi Luciano Vecchi, responsabile del PD per gli italiani all’estero e l’on. Angela Schirò, a nome delle deputate e dei senatori del PD eletti all’estero.
“Nella valutazione dello schema del decreto legislativo di attuazione della Legge delega, sottoposto al giudizio parlamentare, la Commissione su proposta del Relatore – cui va il nostro ringraziamento – nell’esprimere un parere favorevole, ha comunque proposto alcune modifiche evidenziando, tra l’altro, come si debbano salvaguardare i diritti fiscali e previdenziali dei nostri cittadini residenti all’estero i quali attualmente percepiscono le prestazioni familiari in via di abrogazione (detrazioni e assegni) e che rischiano, da una parte, di perdere tali prestazioni e, dall’altra, di non poter usufruire (a causa del requisito di residenza in Italia) dell’Assegno unico”.
“E’ dall’entrata in vigore della legge n. 46 dell’aprile 2021 recante delega al Governo per riordinare, semplificare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico attraverso l’Assegno unico e universale – affermano gli esponenti Democratici – che avevamo segnalato il pericolo che quegli italiani all’estero che attualmente beneficiano delle detrazioni per figli e degli assegni familiari sarebbero rimasti senza alcuna misura di sostegno familiare”.
“Finalmente, grazie alla iniziativa del Partito Democratico e all’impegno del Relatore, il Parlamento prende atto della necessità di intervenire sulla nuova normativa per mantenere i benefici familiari concessi ai nostri connazionali (e a talune categorie come gli impiegati a contratto della rete diplomatica e consolare italiana) aventi diritto”.
“Ora occorre che il Governo – concludono Schirò e Vecchi – accolga l’esplicita richiesta del Parlamento e trovi le soluzioni legislative più adeguate”.