Ha usato la testa e scelto le mani per difendere il cuore. Ha esplorato i desideri dell’uomo – la voglia di librarsi nell’aria, di superare i limiti – e li ha tradotti in materia. E’ l’artista fiorentino Alessandro Reggioli, famoso per aver creato armature per cuori monumentali o minuscoli, a sancire la volontà di proteggerli da ciò che li circonda, e aeroplanini a elica che riportano all’ostinazione dell’uomo per il volo.
I due filoni delle opere dell’artista sono ora in mostra a Miami (Usa) con la personale Safety, Heart, Armour fino a settembre, in occasione dell’evento Toscana Divino. La prima edizione della kermesse – spazio permanente per presentare ogni forma d’espressione della regione, una sorta di ambasciata del “made in Tuscany” – vede protagonista Reggioli come capofila nel rappresentare oltreoceano l’arte toscana. Con tre vetrine sulla strada, in particolare, è stato creato un multilocale in un’area trendy di Miami come Brickell Avenue. Il progetto, realizzato dal Consorzio Terre del Levante Fiorentino col nome “Wine&Fashion Florence”, va avanti da ormai undici anni ma ha vissuto nell’ultimo biennio un forte impulso: capitanato dal comune di Pontassieve, è sostenuto da altri dieci comuni (Bagno a Ripoli, Dicomano, Figline Valdarno, Incisa Valdarno, Londa, Pelago, Reggello, Rignano sull’Arno, Rufina e San Godenzo) in collaborazione con il Consorzio 100% Italiano, che raccoglie al suo interno numerose piccole e medie imprese della manifattura artigianale toscana.
All’interno del locale c’è una sezione dedicata all’esposizione di opere di artisti contemporanei toscani che si alterneranno con mostre personali: fino a settembre tocca a Reggioli, un artista che si muove tra pittura e scultura grazie a materiali come ferro, bronzo, carta, colori e fusioni a cera persa che interagiscono per dar vita a una filosofia di vita prima ancora che artistica. Basti pensare al percorso interiore che ha portato ai “cuori” e alle loro armature, frutto di studi sull’anatomia e sugli strumenti di difesa osservati al museo Stibbert di Firenze. L’artista ha guardato dentro sé e ciò che ha trovato è il cuore: un organo usato e abusato, talvolta in modo futile e superficiale, dal punto di vista sia anatomico che simbolico. Un organo inflazionato, svenduto, mercificato. Da qui la voglia di ridargli dignità proteggendolo con un’armatura che lo nasconda dagli eccessi, dal fanatismo, dalla forza dirompente di violenza, cattiveria o ignoranza. “Ma c’è un messaggio di speranza – spiega Reggioli – perchè se è vero che per ritrovare valori sono costretto ad armare il mio cuore, così sono pronto a togliere la corazza quando necessario”.
Così come il cuore, anche il sogno del volo – reso attraverso apparecchi d’antan stilizzati – rappresenta una metafora. “L’aereo è l’ostinazione dell’uomo a superare se stesso per il desiderio della conoscenza. Per gli antichi il volo era un concetto irrealizzabile, una chimera. Eppure è diventato realtà, e come avvenuto per la ruota e la scrittura, il volo ha portato l’uomo lontano e stabilito connessioni col resto del mondo. Il volo è stato una tappa di avvicinamento dell’uomo ai suoi simili, non così diverso da quanto succede oggi con internet”. Osservando un quadro o una scultura di Reggioli il fruitore si trasforma in aviatore: l’artista crea la struttura, a chi si trova di fronte spetta l’ultimo passo con la fantasia. Per cominciare a volare.
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