Il museo del Louvre di Parigi dedica una grande mostra al periodo romano di Raffaello: intitolata ‘Raffaello gli ultimi anni’, la rassegna ripercorre cronologicamente la carriera del maestro del Rinascimento dal suo arrivo a Roma nel 1508 fino alla sua morte nel 1520, a soli 37 anni per una febbre violenta conseguenza, sentenzio’ Giorgio Vasari, ‘di un eccesso di piaceri amorosi e di una estenuante effervescenza creativa’.
L’esposizione – aperta da giovedi’ prossimo fino al 14 gennaio – e’ stata realizzata in collaborazione con il Prado di Madrid che l’ha gia’ ospitata da giugno a settembre (i due musei possiedono la piu’ grande collezione di opere di Raffaello), grazie all’Eni, principale mecenate dell’evento, e riunisce per la prima volta la maggior parte dei capolavori del pittore di Urbino, tra quelli trasportabili. In mostra quasi un centinaio di opere, tra cui oltre la meta’ sono dipinti e il resto arazzi e disegni. E’ curata da Vincent Delieuvin, conservatore del dipartimento delle pitture al Louvre, dallo storico dell’arte Tom Henry, dell’University of Kent (che si occupo’ anche delle mostre ‘Raffaello, da Urbino a Roma’ alla National Gallery di Londra tra il 2004 e il 2005 e quella sul periodo giovanile di Raffaello a Palazzo Ducale di Urbino nel 2009), e da Paul Joannides, docente di storia dell’arte all’Universita’ di Cambridge.
Raffaello arrivo’ nella citta’ eterna nel 1508 e il papa Giulio II della Rovere gli affido’ l’esclusivita’ del cantiere per la decorazione dei suoi appartamenti vaticani. Ma e’ sotto Leone X – che sale al soglio pontificio nel 1513 – che ebbe il suo periodo artistico piu’ fertile, diventando il ritrattista piu’ richiesto della corte pontificia. In soli dodici anni, assistito dalla sua bottega, e in particolare dai suoi fedeli assistenti, Giulio Romano e Gian Francesco Penni (a cui la mostra dedica due sezioni e il Louvre due rassegne a parte che apriranno i battenti venerdi’) – che alla morte del ‘divin pittore’ ereditarono i suoi disegni e completarono le sue commissioni come ‘La lapidazione di Santo Stefano’ – giunse a decorare immense sale del Vaticano, a realizzare i cartoni dei dieci arazzi con episodi degli Atti degli Apostoli per la cappella Sistina e dipingere una quindicina di ritratti e oltre venti quadri devozionali.
‘Le opere giovanili di Raffaello sono commoventi, raffinate – dice all’ANSA Delieuvin – ma l’artista esprime il sommo del suo genio nelle opere della maturita’, che sono quelle del periodo romano: a Roma scopre il linguaggio dell’arte antica che per lui e’ una rivelazione. Gli ultimi anni sono davvero i piu’ intensi della sua carriera, sono questi ultimi anni che hanno fatto di lui il genio che e’ nella storia della pittura. Le opere della maturita’ di Raffaello a Roma hanno fatto da modello durante il XVI e fino a XIX secolo. Sono indubbiamente le sue opere piu’ magnifiche’.
Tra i quadri in esposizione ci sono la serie delle Madonne con il bambino, La salita al calvario ovvero Lo Spasimo (dal Museo del Prado), L’estasi di Santa Cecilia (dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna), il Ritratto di Baldassarre Castiglione (Louvre) e La donna velata (da Palazzo Pitti, Firenze).
Discussione su questo articolo