Danilo Eccher, direttore della Galleria d’Arte Moderna di Torino, quando scrive sul Corriere del 31 ottobre (Destra e Sinistra, il peccato culturale) ha ragione al 100% per quanto riguarda l’attuale rapporto tra politici di sinistra e politici di destra con l’Arte. Praticamente, inesistente se non deleterio sulle linee guida di supporto alla cultura nazionale. D’altronde è il solito dilemma dal tempo dei greci: risolvere il quesito di cosa sia “l’Arte e la non-arte”. Una volta era semplice: il mecenate, il principe, il Papa, il regnante, insomma, che voleva lasciare un segno del proprio passaggio al mondo, chiamava il più bravo artista (che piaceva alla gran parte dei ricchi nobili) e gli commissionava le opere. L’artista eseguiva, seguendo i desiderata del commissionante e si creava l’opera d’arte universale.
Questo fin quando non è arrivato il “Critico” e lo stesso “Direttore” di musei, ovvero: il bottegaio commerciante, l’imbonitore logorroico, l’esperto che decide “lui” cosa sia l’Arte, chi sia Artista e, con paroloni, giri di parole, con immani circonlocuzioni di concetti, ipnotizza il mercato, imponendo il proprio protetto, che produce cessi, orinatoi, merde d’artista, tele bucate, tubi di plastica, stracci e cassette riciclate, televisori e carriole di melma,… e decide, in combutta con il politico ignorante che vuole ergersi nella scala social-culturale – ma che gestisce i soldi pubblici – chi sia degno di essere immesso nel mercato dell’arte. Così guadagna l’artista – in minima parte – e si arricchisce il critico-intermediario, procacciatore d’affari. Egli gioca in borsa, in pratica, con azioni pericolosissime ad alto rendimento. Il critico dice: comprate oggi i vasetti di merda d’artista a poche lire, domani avrete un tesoro.
Il problema del NON-MUSEO MAXXI è la stessa storia nel campo delle archistar mondiali. Così si fa “l’Opera d’arte” a prescindere: solo perché l’ha fatta Zaha Hadid, anche se non corrisponde alle minime esigenze tipiche di un museo. Tanto è vero che i vari Bonito Oliva hanno esaltato questa costruzione, ma, almeno, non ci venissero a convincere che è un museo! Come l’opera di Piero Manzoni: sarà un’opera d’arte per i saggi critici che, oggi, vale 125 mila euro a vasetto, ma è sempre cacca! Basta pensare che l’artista ha riempito 90 barattoli di propri escrementi: fate un calcolo… su questa manifestazione artistica!
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