Manlio Di Stefano, Sottosegretario agli Esteri ed esponente di punta del Movimento 5 Stelle, parlando a Radio Cusano Campus dell’arresto di Julian Assange ha detto: “Nell’era della digitalizzazione di tutto, anche delle informazioni politiche, Assange è il simbolo di chi ha sfidato un sistema che chiedeva delle regole, ma agiva fuori dalle regole. Ha dimostrato al mondo che le responsabilità di chi ci governava erano ben più ampie di quanto immaginavamo”.
“Wikileaks ha svelato violazioni di diritto internazionale, vere e propri tentativi di colpi di Stato, spionaggio tra partner, ha svelato cose davvero complesse e che hanno aiutato gran parte della popolazione a capire che bisognava riformare il modo in cui i cittadini si occupavano di politica, il fatto che i cittadini dovessero riappropriarsi delle dinamiche politiche. Questo è anche il principio portato avanti dal M5S”.
“Nel merito della vicenda dell’arresto c’è una violazione di qualunque tipo di diritto. Non è stato notificato neanche il cambio di protezione. Da che si trovava in un’ambasciata è stato preso di forza dalla polizia, come si trattano nemmeno gli assassini. Dicono che non lo estraderanno solo se sarà evitata la pena di morte, come se invece farlo marcire in galera fosse una cosa da poco”.
“Non stiamo dicendo che non debba pagare per la violazione dei server, il problema è che poteva benissimo essere processato in Gran Bretagna. Ma qui c’è una questione politica, basti pensare che è stato trattato come un terrorista. Parliamo di una persona che non può essere sopra la legge, ma neanche sotto la legge. Non ho visto altri hacker trattati così, forse perché non hanno svelato quello che ha svelato lui. Non può essere buttato in galera per sempre per dare un messaggio a tutti quelli che potrebbero fare come lui. Se l’Italia può offrire protezione? Per offrire protezione a una persona dovrebbe essere sul tuo territorio. Considerando che è tenuto in custodia da Scotland Yard non è possibile”.