Dopo l’ennesimo rinvio dell’udienza che si terrà il 21 aprile al Tribunale di Kathmandu, Tiziano Ronchi è rientrato nei giorni scorsi in Italia dove, a Sarezzo, nel Bresciano ha potuto riabbracciare la sua famiglia. Tiziano Ronchi, 27enne docente di Decorazione all’Accademia Santa Giulia di Brescia, era stato fermato lo scorso 5 aprile in Nepal con l’accusa di aver trafugato dei reperti archeologici nel tempio di Taleju, nella zona di Durbar a Bhaktapur, scrive Il Corriere della Sera.
“Quasi quaranta giorni nel Paese incastonato tra India e Tibet dove in un primo momento è stato costretto a rimanere in una cella, poi grazie al lavoro diplomatico svolto dal console generale Gianluca Rubagotti è stato trasferito in una clinica privata e infine, prima del rientro, è stata pagata una cauzione che gli ha permesso di tornare a essere un uomo libero” e “nonostante il consiglio della Farnesina di restare nel Paese, nell’attesa dell’udienza fissata per il 21 aprile, il 27enne ha preferito tornare a Brescia”.
Ora “il 27enne rischia di essere rinviato a giudizio” e potrebbe pesare sulla decisione del giudice proprio la scelta di Ronchi di rientrare in patria.
“Non essendo richiesta la mia presenza – afferma – attenderò dal mio paese lo sviluppo del processo, che verrà seguito direttamente dal mio avvocato nepalese. Saldo nella certezza della mia innocenza, ho preso questa decisione consapevole che questa mia scelta potrebbe influire sul verdetto dei giudici, sbilanciandolo a favore dell’accusa”, “di fronte all’ennesimo rinvio ho deciso di rientrare e seguire tutto da qui accanto ai miei cari, in modo da riprendere il mio lavoro da insegnante e alcuni importanti progetti artistici in cui sono coinvolto, da troppo tempo in stato di stallo. Sono veramente contento di rientrare alla mia vita. Ringrazio di cuore tutti coloro che mi sono stati vicini” e “spero che le valide prove della mia innocenza smentiscano tutte le infondate accuse e che questa situazione logorante volga al termine”.