A pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico in Argentina il governo ultraliberista del presidente, Javier Milei, ha annunciato che valuta la possibilità di dichiarare l’istruzione scolastica come servizio pubblico essenziale, limitando il diritto di sciopero di maestri e docenti.
Lo ha annunciato oggi il portavoce della presidenza, Manuel Adorni, nel contesto di forti reclami del settore per un adeguamento salariale a fronte di un tasso di inflazione che a gennaio a raggiunto il 254,2% annuo.
L’obiettivo dell’esecutivo è quello di evitare l’ondata di scioperi già annunciata dai sindacati attraverso una misura che punta ad equiparare i lavoratori dell’istruzione a quelli della sanità e della sicurezza.
La mossa del governo potrebbe tuttavia inasprire lo scontro con le confederazioni del lavoro, tenendo conto anche della decisione presa nelle scorse ore di concedere via decreto un aumento del salario minimo di solo il 30% in due quote a fronte di una richiesta di incremento dell’85%.
Lo stipendio minimo passerà in questo modo a un valore di 200.000 pesos equivalente a 220 euro al cambio ufficiale.