Primo giorno da presidente della Repubblica Argentina per Mauricio Macri, dopo l’insediamento alla Cara Rosada. Un venerdì in cui Macri ha preso parte ad una cerimonia interreligiosa presso la cattedrale di Buenos Aires, dove e’ stato accolto dal cardinale Mario Poli. Nel benedire il nuovo governo, l’arcivescovo della capitale argentina ha sottolineato l’importanza di "guardare i poveri non dall’alto ma dal basso", ha precisato Poli, successore a Buenos Aires di Jorge Mario Bergoglio.
Accompagnato dalla ‘first lady’ Juliana Awada e da alcuni ministri del suo esecutivo, Macri – figlio di emigranti italiani – ha a sua volta sottolineato di voler essere "strumento di concordia, pace e amicizia sociale" e di impegnarsi "nella lotta contro i flagelli che colpiscono le persone meno protette".
Alla cerimonia erano presenti esponenti di altre religioni, tra le quali la Chiesa anglicana argentina e l’Alleanza cristiana delle chiese evangeliste, oltre al rabbino Abraham Skorka, amico personale di papa Francesco.
Una volta insediatosi, nel suo discorso alla Nazione, evitando annunci roboanti, Macri ha fatto riferimento a quelli che saranno i tre "assi centrali" del suo governo: poverta’ zero, lotta al narcotraffico e unione del popolo argentino. In parlamento prima, e poi presso la sua nuova residenza istituzionale presso la Casa Rosada, Macri ha messo in risalto anche altri aspetti tra cui "il dialogo, l’unita’ e il lavoro di squadra".
Dal balcone della Casa Rosada, dove si e’ affacciato insieme alla moglie e alla figlia per salutare le persone accorse in Plaza de Mayo, Macri ha dichiarato: "Prometto che diro’ sempre la verita’ e saro’ sempre onesto". "Ho bisogno che tutti gli argentini si uniscano a noi, e che ci riprendano quando sbagliamo", ha aggiunto.
IRAN Il nuovo governo del presidente Mauricio Macri si e’ schierato contro un trattato internazionale chiave firmato anni fa tra il precedente esecutivo di Buenos Aires e l’Iran. Lunedi’ infatti l’esecutivo di Macri lascera’ cadere un appello contro l’incostituzionalita’ del patto con Teheran che era stato presentato dal governo peronista di Cristina Fernandez de Kirchner. In questo modo rimarra’ in vigore la decisione presa tempo fa dalla Camera Federale di Buenos Aires, che aveva appunto dichiarato incostituzionale tale memorandum.
Proprio l’incostituzionalita’ dell’intesa con Teheran potrebbe a sua volta permettere la riapertura della denuncia avanzata dal procuratore Alberto Nisman – trovato morto lo scorso 18 gennaio a Buenos Aires – il quale aveva accusato Kirchner, il suo ministro degli Esteri Hector Timerman e altri dirigenti politici di aver tramato per garantire l’impunita’ di cinque iraniani imputati come responsabili dell’attentato contro l’associazione ebraica Amia a Buenos Aires, nel 1994, che causo’ 85 morti.
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