Cristina Fernandez de Kirchner ne ha fatto una questione di ‘sovranità nazionale’: il sequestro in un porto del Ghana della Libertad, la nave scuola della Marina argentina – in base a una denuncia presentata da fondi di investimento americani nell’ambito delle richieste per il pagamento dei cosiddetti ‘tango bond’- è diventata una questione prioritaria, con tanto di missione politica di alto livello inviata nel paese africano per risolvere il caso. Ieri sera, in un comunicato comune, i ministeri degli Esteri e della Difesa argentini hanno definito il sequestro della nave "una violazione della normativa internazionale” che "compromette la responsabilità internazionale del Ghana e aggiunge al fronte giudiziario della vicenda anche una dimensione politica”, annunciando l’invio ad Accra di una missione di alto livello, capeggiata dei sottosegretari dei due dicasteri, Eduardo Zuain e Alfredo Forti.
La dura presa di posizione di Buenos Aires Aires è arrivata poche ore dopo che un tribunale commerciale della capitale ghanese ha confermato il blocco della Libertad, respingendo un ricorso presentato dai rappresentanti legali dell’Argentina e sostenendo che "non vi sono basi sufficienti " per annullare "la decisione giudiziaria" che ha permesso il sequestro della nave. Dopo questa prima sconfitta nei tribunali ghanesi, il governo argentino ha dunque deciso dunque di affrontare anche sul campo politico la vicenda, con una condizione irrinunciabile: non pagare un solo dollaro di cauzione per ottenere la liberazione della nave scuola.
Per l’Argentina, infatti, il sequestro della nave –una bella fregata bianca con tre alberi, orgoglio della Marina nazionale- mette in discussione quello che viene presentato come il fiore all’occhiello della politica economica lanciata da Nestor Kirchner e proseguita da sua moglie: la ristrutturazione del debito dei cosiddetti “tango bond”, emessi dal paese sudamericano prima del default del 2002.
Il sequestro della Libertad, insomma, è solo una nuova tappa nello scontro fra Buenos Aires e i ‘fondi avvoltoio’ americani che hanno speculato sul debito argentino: se lo scorso 2 ottobre, la Corte Suprema del Ghana ha bloccato la nave nel porto di Tema è stato in base a una denuncia presentata da Nml Capital Limited, Elliot Management e Huntlaw Corporate Service, un sodalizio che rappresenta diversi fondi d’investimento a stelle e strisce Ace Ankomah, avvocato della Nml Capital ha detto alla stampa argentina che i suoi clienti puntano al pagamento di una cauzione di 20 milioni di dollari per la liberazione della nave, sottolineando che l’Argentina deve loro “oltre 300 milioni di dollari”.
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