Alla fine Javier Milei ce l’ha fatta e ha vinto le elezioni presidenziali in Argentina, battendo al ballottaggio lo sfidante Sergio Massa con un netto 55,7% dei voti. Le elezioni presidenziali nel Paese sudamericano sono state seguite molto, anche perché Milei si è fatto notare. Ben nota è stata la sua esibizione con la famosa motosega.
I soliti osservatori hanno bollato Milei come un “populista” ed “estremista”. In realtà, Milei è un liberale.
Ora, il concetto di liberalismo qui da noi è stato spesso annacquato con una visione socialista, una visione che guarda un po’ a sinistra.
Tendenzialmente, qui in Occidente, in Europa e in Italia, l’idea del liberale è quella di un politico di centro, il quale può anche guardare a sinistra. Penso, per esempio, a partiti come Azione e Italia Viva che sono due partiti di centro che vengono definiti “liberali”.
Lo stesso discorso vale anche per il Partito Liberale canadese.
In realtà, il liberalismo è più di destra che di centro. Un liberale vero rifiuta il concetto di paternalismo di Stato che è tipico della sinistra. L’esempio è rappresentato dal Partito Liberale australiano, il quale è di centro-destra. Dunque, l’idea di liquidare come “populista” Milei non è stata un’idea furba. Anzi, è stata un’idea da sprovveduti.
Comunque, un dato che balza all’occhio è il fatto che la destra cresce ovunque. Anche in Spagna, la destra è cresciuta. Il socialista Pedro Sanchez governa solo perché ha fatto un accordo discutibile con gli indipendentisti catalani e baschi. Dall’altra parte, i popolari e Vox non avevano alleati abbastanza forti da poterli portare al governo.
In Canada, il governo di centrosinistra del premier Justin Trudeau è uscito ridimensionato dalle ultime elezioni. Anche in Polonia vi è stata una vittoria di Piattaforma Civica, il partito centrista di Donald Tusk, ma anche in questo caso ciò è avvenuto per un’ammucchiata coi partiti di sinistra.
Questo potrà dire molto anche riguardo alle elezioni presidenziali che ci saranno negli Stati Uniti il prossimo anno, dove l’ex-presidente Donald Trump è tutt’altro che perdente in partenza. Oltre alle elezioni presidenziali americane, il prossimo anno, ci saranno anche quelle per il rinnovo del Parlamento Europeo. Forse, la gente è stufa di una politica così marcatamente progressista. Quello che è accaduto in Argentina è stato un segnale eloquente.