Circa 400mila persone hanno inondato le strade di Buenos Aires, nonostante la pioggia battente, per partecipare alla manifestazione soprannominata ‘marcia silenziosa’ in ricordo di Alberto Nisman, a un mese esatto dalla morte del procuratore che aveva denunciato la presidente Cristina Fernandez de Kirchner. La stima dei partecipanti è stata riferita a Efe da fonti di polizia, e al corteo hanno partecipato anche la famiglia di Nisman e alcuni suoi colleghi procuratori. Viste le condizioni meteo, con il temporale scoppiato pochi minuti prima del puntuale avvio del corteo, l’evento è stato rinominato sui social network ‘marcia degli ombrelli’, dal momento che i partecipanti hanno dovuto lasciare bandiere e cartelli per portare gli ombrelli.
‘Marcia degli ombrelli’, fra l’altro, era stata soprannominata anche la storica manifestazione del 1994 in rifiuto dell’attentato contro il centro ebraico Amia di Buenos Aires, in cui morirono 85 persone. È proprio delle indagini su questo attacco terrorista che si occupava Nisman, il quale aveva tirato fuori il presunto coinvolgimento della presidente Fernandez, che secondo lui avrebbe nascosto il ruolo dell’Iran nell’attentato in cambio di un accordo per lo scambio di grano per petrolio. La marcia era stata organizzata da un gruppo di procuratori argentini, i quali avevano pensato come sua caratteristica principale appunto il silenzio, che è stato interrotto infatti solo da applausi o slogano come ‘Giustizia’, ‘Nisman presente’, ‘Mai più’ e il canto dell’innno nazionale.
Il corteo ha sfilato su Avenida de Mayo, che collega il Congresso alla plaza de Mayo dove si trova la Casa Rosada dove ha sede la presidenza Argentina. ‘Omaggio al procuratore Nisman. Marcia del silenzio’, si leggeva sullo striscione nero portato in testa al corteo dai suoi cari. Fra loro la ex moglie, la giudice Sandra Arroyo Salgado, vestita di nero e accompagnata dalla più grande delle due figlie avute con Nisman.
Alberto Nisman, procuratore speciale per l’attentato contro il centro ebraico Amia, è morto per uno sparo alla tempia lo scorso 18 gennaio, quattro giorni avere denunciato la presidente Fernandez. Le circostanze della morte di Nisman tuttavia non sono state chiarite, mentre si moltiplicano i dubbi sull’efficacia delle indagini, che a un mese di distanza non hanno potuto confermare se si sia trattato di suicidio, nonostante inizialmente le prime perizie avessero escluso a priori l’intervento di terzi. La ‘marcia del silenzio’ ha riportato alla memoria degli argentini altre massicce mobilitazioni avvenute a Buenos Aires, come la protesta organizzata nel 2008 dalle organizzazioni agrarie, nel mezzo della crisi che vide contrapposti l’esecutivo e i produttori agricoli, e il cacerolazo contro il governo di Cristina Fernandez del 2012.
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