Bordoll fa il bis. A Parigi, città romantica per eccellenza, ha aperto un bordello di bambole. E’ già il secondo in Europa, a distanza di pochi mesi. A quanto pare le real doll spopolano e continuano a catturare l’attenzione degli utenti in cerca di novità proibite. Si tratta di bambole incredibilmente realistiche, un’evoluzione della classica bambola gonfiabile, che diciamolo, era un po’ ridicola con i suoi grandi occhi sbarrati e la sua grande bocca aperta.
Una delle prime realdoll fu fatta conoscere al pubblico dal telefilm cult degli anni 2000 “Nip/Tuck”. In una puntata, una delle protagoniste femminili, una vera bomba sexy, conscia della sua bellezza, volle far realizzare una sua copia identica all’originale, per la gioia dei suoi fans.
Ma torniamo all’apertura del Bordoll parigino. L’indirizzo è top secret, e sarà reso noto agli utenti dopo la prenotazione. Si può scegliere fra un numero svariato di bambole, quella che più si confà ai nostri gusti. Infatti vengono riprodotte alla perfezione le fattezze di donne bellissime. Magre o dalle forme bombastiche, bionde, brune o rosse, ce ne sono per tutti i gusti.
Non solo il loro aspetto è simile alla realtà, ma anche la loro espressione. Quindi realistiche al 100%. Il costo varia dai 90 ai 120 euro per un’ora di compagnia. Il loro prezzo di produzione, invece, ammonta sui 1.500 euro. La location, di lusso, mette a disposizione dei clienti aree private, tv ed altri comfort, per un relax a 360 gradi.
E’ nata una nuova frontiera del sesso. Qual è il volano che muove questi esperimenti? Curiosità, perversione, stanchezza nei confronti del vecchio eros? Numerosi siti internet sono corredati anche di foto a colori, per la curiosità degli utenti. L’industria dell’eros continua a stupire. Dopo i trans e le milf, ora sono arrivate le bambole a soddisfare i desideri. Forse un nuovo gioco erotico, dopo tanti sex toys, o prestazioni bondage. In più, se il consumatore è sposato, non deve preoccuparsi di essere rimproverato per il tradimento. Tanto è pur sempre solo una bambola. E infine, in caso di défaillance, non si fa brutta figura…