Approvato l’ordine del giorno, primo firmatario l’On. Mario Borghese, vicepresidente MAIE, che impegna il governo a trovare quanto prima soluzioni possibili al problema degli italiani all’estero privi di Green Pass perché vaccinati con sieri non riconosciuti dall’Ema.
Soddisfatto il deputato Borghese: “L’approvazione del nostro Odg è un segnale importante da parte del governo al MAIE e agli italiani nel mondo, auspichiamo si arrivi a delle soluzioni concrete prima possibile. Questo è sicuramente l’inizio della soluzione”.
“Attraverso interrogazioni parlamentari ed interventi stampa, abbiamo portato più volte all’attenzione del governo questo tema particolarmente sentito dalle comunità italiane all’estero, soprattutto da quelle residenti in tutta l’America Latina”, dichiara il presidente del MAIE, Sen. Ricardo Merlo.
Ha firmato l’Odg anche l’On. Antonio Tasso: “Come Movimento Associativo Italiani all’Estero continuiamo a lavorare nell’interesse dei connazionali residenti in Italia e oltre confine, ovunque siano nel mondo”, ha dichiarato.
Qui di seguito, il testo integrale dell’Odg targato MAIE:
A.C. 3223-A
ORDINE DEL GIORNO
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 105 del 23 luglio 2021, introduce una serie di misure volte a fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19 e a consentire lo svolgimento in sicurezza di attività sociali ed economiche;
il provvedimento d’urgenza prevede all’articolo 3, norme sulle certificazioni verdi COVID-19 e sul loro impiego, inserendo l’articolo 9-bis nel decreto-legge n. 52 del 2021, che opera, con efficacia dal 6 agosto 2021, una revisione degli ambiti per i quali è richiesta la certificazione verde COVID-19 c.d. green pass;
il suesposto articolo, caposaldo del decreto-legge, subordina al possesso della certificazione verde COVID-19 in corso di validità, l’accesso ad una serie di specifici servizi e ambiti elencati all’interno della medesima disposizione escludendo, al contempo, i soggetti che in ragione dell’età non rientrano nella campagna vaccinale contro il COVID-19 e quelli per i quali un’idonea certificazione medica attesti l’incompatibilità della vaccinazione in oggetto con il proprio stato di salute;
“Ci sono le condizioni per costruire il ‘Patto di Roma’ volto a rafforzare i sistemi sanitari nazionali e a garantire i vaccini anche nei Paesi più fragili”, ha annunciato il Ministro della Salute Speranza nel punto stampa a margine dei lavori della prima giornata del G20 della salute a Roma. “L’impegno a cui stiamo lavorando è quello di costruire le condizioni affinché il vaccino sia un diritto di tutti e non un privilegio di pochi”…”Questa è una sfida che tutti i Paesi presenti condividono”;
l’Italia è stata tra i primi Paesi a pronunciarsi sull’obbligo per i vaccini, tant’è che il ministro rincara la dose sostenendo: “Se la difesa del diritto alla salute e la necessità di evitare nuove privazioni della libertà ci dovessero portare a questa soluzione, certo non ci spaventeremo e non ci fermeremo”;
Il Covid-19 ha fatto emergere le carenze dei sistemi sanitari, esso ci ha al tempo stesso insegnato come ricerca scientifica, collaborazione internazionale e partnership pubblico-privato riescano a produrre risultati eccezionali, fra i quali la creazione di vaccini sicuri ed efficaci nel giro di pochi mesi;
Il G20 di Roma è stata un’occasione unica per rafforzare le relazioni internazionali e rilanciare i valori universalistici della salute: si sono messi a punto strategie per realizzare una maggiore resilienza, per migliorare i sistemi sanitari su scala globale, nazionale e locale a partire dalle cure primarie e per investire importanti risorse nella salute e nel benessere;
durante i lavori del G20 i ministri della salute si sono particolarmente soffermati sul tema dell’individuazione delle migliori strategie globali possibili per sostenere lo sviluppo e l’equo acceso a vaccini, medicinali e diagnostica;
poichè l’emergenza sanitaria non sarà esaurita finchè non ne saremo fuori tutti, si è discusso anche di come assicurare l’accesso più largo possibile ai vaccini da parte della popolazione mondiale a partire dai meccanismi di collaborazione esistenti;
non tutti i Paesi hanno avuto l’opportunità di potersi fornire di vaccini come Astrazeneca, Moderna, Pfizer e Janssen – approvati da Ema – tant’è che di vaccini ne esistono diversi come: Nanoge, Sanofi/GSK, Beijing Istitute of Biological Products, Gamaleya Research Institute, Sinovac, Vector Institute, CanSino Biologicals, Bharat Biotech, Curevac e Novavax;
moltissimi italiani residenti all’estero – nel 2020 hanno raggiunto i 5,5 milioni gli iscritti all’Aire, cioè il 9,1% della popolazione residente in Italia -, si sono vaccinati con prodotti non riconosciuti dall’Ema, ma riconosciuti dalle autorità sanitarie degli altri Stati, questi, in una situazione divenuta paradossale non hanno nessuna la possibilità, seppur vaccinati, di ottenere il green pass per poter rientrare in Italia;
Impegna il Governo:
a valutare l’opportunità di dar seguito ai buoni propositi e ai principi ispiratori del G20 della salute, adottando con urgenza tutte le misure necessarie affinchè a coloro che, seppur vaccinati all’estero con prodotti non riconosciuti dall’Ema, sia rilasciato apposito green pass.
On. Borghese
On. Tasso
On. Longo