Giro di vite di Apple sulla privacy delle app dedicate alla salute, in vista del probabile arrivo di un dispositivo indossabile. Forse l’iWatch. Il colosso di Cupertino, che a giugno ha lanciato la piattaforma Healthkit, chiede agli sviluppatori che lavorano sulle applicazioni correlate di non vendere le informazioni degli utenti a terze parti, per la pubblicita’. Una stretta in linea con una indagine avviata a maggio dai Garanti per la Privacy di diversi paesi europei, compresa l’Italia.
La riservatezza con cui devono essere trattati i dati sanitari riguarda le applicazioni sviluppate attraverso la piattaforma HealthKit dedicata proprio ai prodotti salute e fitness. Tecnologia con cui da tempo hanno invaso il mercato anche i concorrenti di Apple, da Samsung a LG, solo per citarne alcuni. Puo’ raccogliere dati su pressione sanguigna degli utenti, battito cardiaco e statistiche relative a dieta ed esercizi. Informazioni biometriche che possono diventare una miniera d’oro per gli inserzionisti.
Gli sviluppatori che vogliono agganciarsi con le loro app ad HealthKit devono sapere che "non possono vendere le informazioni raccolte sulla salute di un utente a piattaforme pubblicitarie, broker di dati e rivenditori di informazioni", e’ che e’ vietato "l’utilizzo per scopi diversi dalla fornitura di servizi sanitari o dedicati al fitness". Quest’ultimo punto si riferisce al fatto che Apple starebbe lavorando con diversi operatori sanitari affinche’ il personale medico sia pronto a leggere i dati clinici attraverso il nuovo sistema, circostanza utile in casi di emergenza.
HealthKit dovrebbe essere messo a disposizione degli utenti con il nuovo sistema operativo di Apple, iOS8, il cui rilascio e’ previsto contestualmente al lancio del nuovo iPhone, il 9 settembre. Data in cui, secondo indiscrezioni insistenti, l’azienda co-fondata da Steve Jobs, presentera’ anche un dispositivo indossabile, da polso, forse un iWatch. Secondo il Financial Times, che ha riportato la notizia della stretta di Cupertino sulla privacy, recenti statistiche di Flurry hanno mostrato un aumento del 62% dell’uso delle app salute. Molte di queste si sostengono con la pubblicita’.
A maggio le app mediche sono finite nel mirino delle Authority della privacy di 28 paesi europei, in una indagine a tappeto. Il Garante italiano sta indagando il grado di trasparenza sull’uso delle informazioni degli utenti, le autorizzazioni loro richieste per scaricare le applicazioni e sul rispetto della normativa italiana sulla protezione dei dati.
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