“C’è un insegnamento che traggo da quanto è successo: cercherò per quanto mi è possibile di portare il mio modesto contributo contro i processi sommari, contro i processi mediatici per far si che in politica le armi del confronto non siano quelle della calunnia ma quelle del confronto sulle idee e sui programmi. Cercherò in questo modo di rendere un po’ di giustizia alla mia famiglia per quanto ha subito”. È uno dei passaggi del messaggio video di Claudio Scajola pubblicato sul suo sito, in merito al suo proscioglimento nell’inchiesta sugli appalti per il G8.
“Un anno fa – ricorda Scajola – mi sono dimesso da ministro a causa di una campagna di stampa molto violenta contro di me. Si era fatto passare il messaggio attraverso virgolettati che nottetempo qualcuno a mia insaputa avesse pagato parte della mia casa di Roma. L’inchiesta che si è conclusa oggi dimostra la mia estraneità a questa vicenda. Non solo – aggiunge – la perizia giurata su valore di quell’immobile dimostra la congruità del prezzo. Io mi sono dimesso un anno fa per rispetto nei confronti delle istituzioni ma quelle dimissioni ho colto sono state prese quasi come un’ammissione di colpa, quasi che levare il disturbo per evitare che venisse coinvolto il governo, per permettere a magistratura di fare il proprio lavoro e per permettere a me e alla mia famiglia di avere più serenità fosse una colpa. Ho aspettato con ansia, con profonda tristezza ma con rispetto la chiusura di questa inchiesta e solo oggi leggendo atti ho potuto verificare che quanto era virgolettato sui giornali come dichiarazioni contro di me non corrispondono in nessun modo ai verbali degli interrogatori. Sono quindi estraneo a questa vicenda”.
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