A Capodanno gli uomini dell’Agenzia delle entrate a caccia di commercianti ‘allergici’ all’emissione degli scontrini, oggi quelli della Guardia di finanza: non c’e’ pace all’ombra delle Tofane per il sindaco di Cortina Andrea Franceschi. Neppure il tempo di riprendersi dai brindisi che hanno accompagnato, qualche giorno fa, la sua rielezione al primo turno a primo cittadino ampezzano e una nuova tegola, stavolta giudiziaria, cade sulla sua testa.
Franceschi, insieme ad altre sei persone tra amministratori, ex assessori, dipendenti e professionisti, e’ stato iscritto nel registro degli indagati dal pm Antonio Bianco. Le accuse, frutto di indagini partite lo scorso anno, sono di abuso d’ufficio e turbativa d’asta e riguardano l’attivita’ svolta a partire dal 2009. A far scattare gli accertamenti un esposto presentato dall’ex responsabile dell’ufficio lavori pubblici, che segnalava irregolarita’ in alcuni bandi comunali, in particolare quelli per l’appalto dei rifiuti e per i lavori dell’eliporto di Fiames, e nell’assegnazione di case finite a persone vicine allo stesso sindaco. Per nessuna delle ipotesi di reato vi sarebbe stato movimento di denaro.
Tra le accuse rivolte a Franceschi, anche quella di violenza privata, per le pressioni esercitate sugli uomini della Polizia locale, allo scopo di evitare l’installazione in citta’ degli autovelox. Il tutto, sussurrano i malpensanti, per non far arrabbiare il suo serbatoio elettorale in vista della rielezione. Svegliato all’alba nella sua abitazione dai finanzieri, che hanno perquisito la sua casa e l’ufficio in comune, il sindaco respinge ‘con fermezza e nella maniera piu’ assoluta’ tutte le ipotesi di reato, assicura di aver sempre tutelato l’interesse pubblico ‘contro operazioni opache e rancori personali’ e contrattacca punto per punto. Rigetta infatti la palla nel campo dell’ex responsabile dell’ufficio lavori pubblici, definita ‘un dipendente-Fantozzi, che si credeva padre padrone di un ufficio pubblico gestito in modo privatistico e che in altri ambienti durerebbe 30 minuti prima di essere licenziata’. Sua la responsabilita, secondo il sindaco ampezzano, di bandi ‘che sembravano quasi cuciti su misura per qualche ditta particolare, come quello per l’appalto integrato della ‘casa del Capitano’ al quale partecipo’ una sola ditta, il cui titolare aveva una fedina penale lunga un chilometro e con decine di arretrati nei confronti del fisco, condizione che ha portato la giunta a disdire il contratto’.
Un capitolo a parte riguarda i rapporti, evidentemente non proprio idilliaci, con il comandante della Polizia locale. Per dissuaderlo dal collocare gli autovelox, Franceschi invia due sms. Nel primo scrive: ‘Lo dico per l’ultima volta: mettete in magazzino etilometro e autovelox e lasciateli la’ altrimenti prendo provvedimenti’, nel secondo afferma perentorio: ‘Telelaser ad Acquabona. Cosa non vi e’ chiaro nelle disposizioni che vi ho scritto?’. Tutto regolare, secondo il primo cittadino. ‘Come sindaco – sostiene – ritengo di avere il diritto e soprattutto il dovere di dare indicazioni su cosa fare e cosa non fare ai singoli dipendenti, individuando le priorita’ dell’amministrazione comunale senza paure e tentennamenti’.
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