Da qui al 2030 ogni giorno sul pianeta verra’ urbanizzata un’area pari a 20mila campi da calcio. Lo afferma uno studio coordinato dall’universita’ di Yale e pubblicato dalla rivista Pnas, secondo cui se non si ‘guida’ questo processo, la sua velocita’ mettera’ a rischio diverse specie di piante e animali.
I ricercatori hanno analizzato le proiezioni dell’Ipcc e dell’Onu, calcolando che nei prossimi diciotto anni il territorio urbanizzato del pianeta crescera’ di 1,2 milioni di chilometri quadrati, con un spesa in nuove infrastrutture di circa 30mila miliardi di dollari. Il fenomeno distruggera’ definitivamente l’habitat di 139 specie di anfibi, 41 di mammiferi e 25 di uccelli gia’ nella lista degli animali piu’ a rischio: "Il mondo vedra’ un’era mai vista prima di espansione urbanistica – spiega Karen Seto, uno degli autori – i problemi ambientali e sociali saranno enormi, ma anche le opportunità".
Secondo lo studio non si salvera’ nessun continente dal fenomeno, anche se meta’ delle nuove aree urbane sorgera’ in Asia, soprattutto in Cina e India. In Africa ad esempio la superficie urbanizzata sara’ il 590% in piu’ rispetto a quella del 2000, e il fenomeno interessera’ in particolare cinque zone, tutte particolarmente ricche di biodiversita’, a partire dalle coste del lago Victoria in Kenya e Uganda. Il nord America, dove il 78% della popolazione totale vive nelle aree urbane, la copertura raddoppiera’, mentre solo in 48 delle 221 nazioni prese in esame non si prevede un aumento delle infrastrutture.
Per quanto riguarda l’Italia lo studio prevede una forte urbanizzazione delle aree di Roma e Napoli e in generale della pianura Padana.
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