Oltre 2mila chilometri percorsi da nord a sud e ritorno, 6 regioni visitate, circa 30 tra agricoltori e cooperative incontrati e infiniti campi dorati pronti alla mietitura ammirati dal Veneto alla Puglia, passando per l’Emilia-Romagna: si è ripetuto anche quest’anno il viaggio in Italia di Pierantonio Sgambaro per selezionare il miglior grano duro che si trasformerà nella pasta d’eccellenza dell’azienda.
Un vero e proprio rito – si legge su 9Colonne – che si ripete da vent’anni esatti, da quando – nel 2001 – il pastifico veneto ha scelto di utilizzare solo grano duro 100% italiano per produrre la propria pasta.
“Celebriamo questo anniversario con una annata incredibile” racconta Sgambaro, presidente dell’impresa di famiglia che nel 2020, a conferma che la crisi da Covid non ha fermato la produzione di pasta italiana ma anzi ne ha spinto le vendite a livelli record, ha registrato vendite in crescita di oltre il 20% in Italia e del 30% all’estero, con 21 milioni di euro di ricavi e un utile di 1,2 milioni.
“Il clima di giugno è stato dalla parte di chi ama gustare la pasta di alta qualità e ha premiato il lavoro degli agricoltori nei mesi precedenti. La varietà Marco Aurelio, che utilizziamo per la nostra pasta Etichetta Gialla, ha superato il 15% di proteine in tutte le aree dove è coltivato: un ottimo risultato, considerando che la media del totale raccolto varia dai 12,50 ai 14 punti percentuali, in base al territorio”.
L’annata 2021 verrà messa in produzione a partire da settembre. Nel frattempo, il Marco Aurelio “riposa” nei silos di Cerignola (Puglia) e Castello di Godego (Veneto) di proprietà dell’azienda. Arriva qui subito dopo la mietitura ed è conservato con metodi che evitano l’uso di pesticidi. Verrà poi macinato direttamente nel mulino all’interno del pastificio: una filiera corta e controllata che porta sulla tavola dei consumatori una pasta non solo salutare e con ottime proprietà organolettiche, ma anche sicura.
Le giornate di caldo secco dello scorso giugno hanno contributo alla piena maturazione di un grano duro sano e senza difetti all’aspetto. Anche in aree come l’Emilia-Romagna il tasso di umidità è stato del 9%, un valore sorprendentemente più basso della media del totale raccolto, che oscilla di solito tra il 10,5% della Puglia all’11,5% delle regioni più a nord. La ridotta umidità e l’assenza di micotossine favoriranno un’ottima conservabilità della materia prima.
Quest’anno Sgambaro ha stoccato 20mila tonnellate di grano duro che copriranno la produzione fino al 2022, pari a 14mila tonnellate di pasta che sarà distribuita all’estero e a tappeto nel Nord Est (suo primo mercato nazionale) oltre che in 8 negozi a Palermo e 10 nel Salento e puntando da quest’anno anche a crescere in Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna grazie ad una campagna promozionale volta appunto ad accompagnare il salto nazionale del prodotto.
Durante il suo viaggio in auto, rigorosamente elettrica, il presidente di Sgambaro si è fermato in tutte le 6 regioni cui il Marco Aurelio è coltivato appositamente per la linea Etichetta Gialla: Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Umbria, Puglia e Toscana. La suddivisone dei terreni in diverse zone tra il nord e il sud dell’Italia assicura all’azienda un grano di alta qualità anche in annate in cui una di queste aree non ha goduto di condizioni climatiche favorevoli. Quest’anno, tuttavia, la produzione è stata eccellente in tutte le regioni. L’impresa, oggi alla terza generazione, nasce nel 1947 quando Tullio Sgambaro fonda il primo pastificio a Cittadella, nel Padovano.
Negli anni Sessanta i figli, Dino ed Enzo, entrano in azienda e hanno un’intuizione per renderla sempre più autosufficiente e per controllare la filiera con la massima qualità: affiancare l’attività molitoria a quella della pastificazione, diventando una delle poche realtà medio-grandi del settore ad avere un mulino interno. Nel tempo cercano un contatto diretto con gli agricoltori per ottenere il grano migliore. Costruiscono 21 silos in Puglia per immagazzinare il grano senza intermediari e garantire il controllo totale di tutta la filiera dal campo alla tavola. Sgambaro diventa così la prima azienda in Italia a certificare un pacco di pasta fin dall’origine e ad ottenere la dicitura “100% Grano duro Italiano” ed a “km zero”.
L’attività di ricerca e sviluppo, condotta nei laboratori trevigiani del borgo di Castello di Godego, oggi è rivolta sia alla selezione di grani con elevate proprietà nutrizionali, sia allo studio di packaging per la pasta completamente riciclabili. L’attenzione verso l’ambiente si è concretizzata, lo scorso anno, con l’avvio del percorso green che porterà l’azienda a diventare, entro dieci anni, “climate positive”, ossia capace di sottrarre all’atmosfera più anidride carbonica di quanta ne rilascia con la propria attività.
Per quanto riguarda l’estero il pastificio gode di un ottimo posizionamento nel Nord Europa, in particolare in Danimarca, Finlandia, Svezia ed Islanda e sta investendo per ampliare la sua presenza in Francia, Spagna, Germania e Regno Unito, oltre che nei mercati della Russia e dell’Est Europa come Repubblica Ceca, Polonia e Serbia, come anche in Canada (che invia il suo grano Kamut all’azienda veneta per gustarne poi la pasta prodotta), Arabia Saudita, Israele, Sudafrica, Australia, Sud-est Asiatico e Giappone.
L’azienda entro tre anni ha in progetto di aumentare il peso dell’estero e per far questo sta puntando sul riconoscimento della qualità dei suoi standard alimentari. Ha così ottenuto la certificazione Star-K Kosher che ha aperto all’azienda un importante sbocco sul mercato israeliano e la certificazione Halal, che le ha permesso di entrare in Indonesia e Arabia Saudita. In fase di sviluppo, poi, il progetto “Colourful Pasta” dedicato al mercato cinese con la creazione di cinque tipologie di pasta aromatizzate con curcuma (che dona il colore giallo), spinaci (per il verde), pomodoro (per il rosso), barbabietola (per il viola) ed alga spirulina (per il verde-azzurro scuro). In questa ottica di espansione si inquadrano anche le attività sul fronte marketing e della comunicazione per consolidare la riconoscibilità del marchio, confermando la collaborazione anche quest’anno con lo chef Bruno Barbieri, conosciuto in tutto il mondo anche come giudice di Masterchef Italia.