Anna Ascani, vicepresidente nazionale del PD, sul risultato delle elezioni in Basilicata, parlando a Radio Cusano Campus ha detto: “Non posso condividere la visione di chi ha letto un balzo in avanti nella sconfitta in una regione in cui governavamo dal ’95. Se ci concentriamo sul fatto che ci va bene il secondo posto, poi è difficile arrivare primi. Io non ho mai avuto l’idea che sia tutta colpa del segretario, però quando si perde si perde e bisogna ammetterlo, altrimenti si finisce vittima degli sfottò di Salvini. Qui si vince e si perde tutti insieme, ma smettiamo di esultare quando perdiamo e iniziamo a pensare a come tornare a vincere”.
“Il banco di prova sono le europee, perché lì si scontrano due visioni del mondo, non solo dell’Europa. Certamente anche le elezioni in Piemonte saranno importanti, lì ci misureremo di nuovo con la destra. Quando Zingaretti dice che siamo noi l’alternativa a Salvini dice una cosa giusta ma anche ovvia, perché Salvini governa nelle regioni col centrodestra e a livello nazionale col M5S. Il problema è come recuperare i consensi. Il pre requisito per vincere sia porsi la vittoria come obiettivo, se noi ci poniamo il secondo posto come obiettivo è chiaro che non si vince. Non si si può accontentare di superare il M5S, dobbiamo guardare a Salvini come riferimento delle percentuali da raccogliere. Bisogna ritrovare le parole d’ordine del centrosinistra che vanno declinate anche nella prossima campagna elettorale delle europee. Non si pensi che per prendere voti basti rimettere insieme pezzi di ceto politico. Se Zingaretti è convinto che bisogna spostarsi a sinistra per recuperare consensi deve lavorare sui temi, non basta certo allearsi con LeU che ha preso il 3% alle ultime elezioni”.
Sullo ius soli. “Il PD deve parlare di lavoro, ambiente, scuola. Questi sono i temi che ci aiutano a recuperare il 10-15% dei voti che noi dobbiamo andare a cercare. Poi certo, dentro questo programma ci sta anche lo ius culturae, una nuova idea di integrazione che passa anche dalla riforma della cittadinanza, ma non si può pensare che sia il perno di un’intera idea di Paese, sarebbe un po’ poco, parlerebbe a pochi. Mi rammarico che la legge sulla cittadinanza non sia stata approvata nella scorsa legislatura. Col senno di poi penso che avremmo un Paese un po’ più civile se oggi avessimo lo ius culturae. Adesso non possiamo certo pensare che lo approvi Salvini. Non so se ci sia stata paura da parte del PD, ma se c’è stata era sbagliata. Aver approvato una legge di quel tipo ci garantiva un percorso verso l’integrazione che sarebbe stato importante”.