Angelo Viro, vicepresidente della Casa de Italia di Santo Domingo e dirigente del Movimento Associativo Italiani all’Estero, è stato uno dei promotori del ricorso al TAR contro il decreto di chiusura della ambasciata italiana nella Repubblica Dominicana, accolto in primo grado e respinto dal Consiglio di Stato.
Da queste sentenze abbiamo appreso molte cose delle quali ci potremo avvalere sempre.
Un ricorso costoso pagato di tasca propria da parte dei promotori. Una dimostrazione incontrovertibile di amore verso la patria, che poi si è riconfermato in numerosi altri episodi, come ad esempio nei controlli eseguiti personalmente dell’operato del consolato onorario e della società alla quale sono stati esternalizzati i visti, sui quali si è sempre espresso senza peli sulla lingua.
Angelo Viro non ha peli sulla lingua, dice le cose come sono. Gli si deve dare il merito di essersi battuto a tutto campo per la riapertura della nostra ambasciata, senza mai perdere la speranza. Ha conservato gelosamente la bandiera italiana dell’ambasciata chiusa a fine 2014 e l’abbiamo visto riconsegnarla al capo missione quando lo scorso 2 febbraio è stata riaperta. Le sue parole sono state commoventi.
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Un esempio da seguire, Angelo Viro, un punto di riferimento per tutti noi al di là delle idee politiche, perché è ora che capiamo che la sovranità non è in mano a chi ha il potere, ma a chi protesta, e quando una comunità, un popolo protesta “in modo logico e chiaro” non c’è governo e burocrate che tenga.
La protesta quindi secondo me è fondamentale e prescinde dalla politica e addirittura dall’appoggio di qualche politico. La protesta è sovrana, deve essere dirompente senza smettere mai di essere logica e chiara. Su questo la nostra comunità deve avere le idee chiare. Al di là del risultato elettorale delle prossime elezioni, dobbiamo imparare a protestare a tutto campo.
Invito quindi i connazionali residenti nella Repubblica Dominicana all’informazione. Se vogliamo protestare abbiamo già tantissima carne al fuoco, ma le vicende personali in questa situazione di mal servizio consolare devono essere portate alla conoscenza dei connazionali per arricchire l’esperienza di tutta la comunità.
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